OTTAWA - Il Canada ha “l’obbligo legale” di istituire una commissione d’inchiesta indipendente sulle morti e le “sparizioni forzate” di bambini indigeni avvenute nelle scuole residenziali religiose, secondo l’ultimo rapporto indipendente sull’accaduto. Tra il 1831 e il 1996, 150.000 bambini indigeni sono stati educati con la forza, con l’obiettivo dell’assimilazione forzata, in collegi religiosi. Diverse migliaia non tornarono mai più a casa.
Le condizioni di vita in queste strutture erano estremamente povere e secondo un rapporto del governo, i bambini erano denutriti, in molti casi vittime di violenza fisica o sessuale, o addirittura sottoposti a esperimenti medici. Kimberly Murray, membro di una comunità Mohawk, è stata incaricata da Ottawa dopo la scoperta nel 2021 dei resti di 215 bambini sepolti nella fossa comune di una scuola residenziale per indigeni nell’ovest del Paese a scrivere il rapporto reso noto oggi. Vi si elencano 42 “obblighi legali, morali ed etici” da attuare, inclusa la criminalizzazione della negazione della violenza avvenuta in queste scuole residenziali.
L’auspicata commissione d’inchiesta deve avere un mandato di 20 anni ed essere guidata da popolazioni indigene. Nelle sue conclusioni, la Murray sottolinea la responsabilità del governo canadese e della Chiesa cattolica, assicurando che essi “hanno pianificato la morte e la sepoltura dei bambini nei locali delle loro istituzioni”. Basandosi su documenti e fotografie d’archivio pubblicati in un precedente rapporto, ricorda che i bambini venivano “sepolti nei cimiteri degli istituti, spesso in fosse comuni anonime, talvolta scavate dai bambini” stessi.
Per evitare responsabilità, il governo federale ha adottato “un’autoamnistia generale”, sostiene Kimberly Murray. Il rapporto è stato presentato davanti a un centinaio di membri di diverse comunità indigene a Gatineau, vicino a Ottawa, e alla presenza del ministro della Giustizia canadese, Arif Virani che esaminerà “con attenzione” il rapporto e le sue raccomandazioni, definendolo “un passo importante” nel trattamento dei “traumi intergenerazionali legati alle scuole residenziali”.