WASHINGTON - Con il suo primo intervento all’Assemblea Generale, il primo ministro Anthony Albanese ha ufficialmente dato il via alla candidatura, un progetto che era stato avviato oltre dieci anni fa dall’allora ministro degli Esteri Julie Bishop e che finora era rimasto in secondo piano.
Secondo gli esperti di diritto internazionale, il costo della campagna sarà elevato e richiederà un imponente sforzo diplomatico. L’ultima volta che l’Australia ha ottenuto un seggio, nel periodo 2013-2014, l’operazione di lobbying era costata circa 25 milioni di dollari. In quell’occasione, Canberra giocò un ruolo decisivo nel coordinare la risposta internazionale all’abbattimento del volo MH17, promuovendo con successo una risoluzione che istituì un’indagine indipendente sulla tragedia.
Il Consiglio di Sicurezza è composto da cinque membri permanenti – Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina e Russia – dotati di diritto di veto, e da dieci membri non permanenti che si alternano per mandati biennali. L’Australia concorrerà per uno dei seggi destinati al gruppo “Europa orientale e altri Paesi”, categoria che include anche Canada e Nuova Zelanda. Le tre nazioni occidentali di solito coordinano le rispettive candidature, ma stavolta Canberra potrebbe trovarsi a competere direttamente con alcuni Paesi europei.
Albanese ha descritto la partecipazione al Consiglio di Sicurezza come una tappa cruciale per dare voce ai Paesi medi e piccoli in un contesto multilaterale spesso dominato dalle grandi potenze. “Le Nazioni Unite sono molto più di un’arena dove i potenti si oppongono a vicenda con i loro veti: rappresentano una piattaforma per far emergere le sofferenze e le sfide che altrimenti verrebbero dimenticate”.
La campagna richiederà una rete di alleanze, visite diplomatiche mirate e concessioni politiche, con l’obiettivo di ottenere i due terzi dei voti necessari all’Assemblea Generale. Per il governo federale, la sfida sarà bilanciare l’ambizione di rafforzare la presenza internazionale dell’Australia con le esigenze interne di bilancio.
L’annuncio conclude la visita di Albanese a New York, durante la quale ha incontrato per la prima volta di persona il presidente statunitense Donald Trump, ha partecipato a discussioni globali sulla regolamentazione dei social media per i minori e ha presentato i nuovi obiettivi climatici dell’Australia. Il primo ministro proseguirà ora il suo tour internazionale con una tappa nel Regno Unito, dove affronterà dossier strategici come il patto AUKUS per i sottomarini nucleari, la guerra in Ucraina e la crisi in Medio Oriente.