NEWCASTLE - La compagnia Viking Cruises ha cancellato per la seconda volta una visita al capoluogo dell’Hunter, citando preoccupazioni per la sicurezza legate alla protesta anti-carbone organizzata dal movimento Rising Tide nel porto a fine novembre.
La nave Viking Orion, che avrebbe dovuto attraccare il 1º dicembre, non entrerà nel porto “a causa della possibilità che le attività previste al porto di Newcastle possano influire sui programmi di escursione e sull’esperienza dei passeggeri”. Quasi mille turisti trascorreranno invece un giorno in più a Sydney.
L’evento, denominato People’s Blockade, durerà cinque giorni, ma gli organizzatori hanno chiarito che le azioni di blocco si svolgeranno solo il 29 e 30 novembre, e riguarderanno esclusivamente le navi che trasportano carbone. Nonostante ciò, Viking Cruises ha deciso “per eccesso di prudenza” di rinunciare alla tappa.
Secondo Stewart Ford, coordinatore delle crociere del Newcastle Tourism Industry Group, la cancellazione rappresenta “una perdita complessiva di circa 750 mila dollari per la regione”, con decine di imprese locali penalizzate. “Conosco due operatori turistici che hanno perso tutte le prenotazioni per quelle date”.
Tra i più colpiti c’è Trevor Richards, imprenditore di Morpeth che gestisce un negozio di antiquariato e una galleria d’arte frequentati dai crocieristi. “I turisti stranieri generano enormi entrate per le piccole imprese locali”, ha dichiarato. Richards ha inviato una lettera a Rising Tide chiedendo un risarcimento per le perdite economiche dirette causate dalla cancellazione.
Il portavoce del movimento, Zack Schofield, ha respinto le accuse: “Protestiamo contro l’industria del carbone, non contro il turismo. Abbiamo sempre assicurato pubblicamente che non bloccheremo navi non legate al carbone, tantomeno le crociere”.
Schofield ha aggiunto di aver incontrato personalmente i rappresentanti di Viking Cruises a Sydney per garantire che la protesta non avrebbe avuto impatti sulla compagnia.
Tuttavia, Lucas Coleman, dirigente del Porto di Newcastle, ha reso noto che non era possibile fornire garanzie di sicurezza assoluta, ricordando un episodio del 30 ottobre in cui alcuni attivisti avevano imbrattato un cargo adibito al trasporto di carbone con la scritta “tax me”.
Coleman ha dichiarato che il porto non intende più dialogare con Rising Tide: “In passato hanno dato assicurazioni che poi non hanno rispettato. Non possiamo continuare discussioni che non portano a nulla”.
Rising Tide, da parte sua, ha replicato sostenendo che eventuali azioni legali dovrebbero essere indirizzate alla Port Authority of NSW, “che ha ordinato la cancellazione delle visite senza considerare i nostri obiettivi o il nostro calendario”.