ROMA - Un gruppo antisommossa altamente specializzato pronto a raggiungere entro un'ora dall'allarme qualsiasi carcere italiano. Questo sarà il GIO, il Gruppo d'Intervento Operativo che verrà istituito all'interno della polizia penitenziaria, e composto da un gruppo di professionisti addestrato all'intervento tempestivo e in grado di scongiurare le scene viste negli istituti penitenziari con le rivolte del 2020 quando in piena pandemia la rabbia dei detenuti ha causato evasioni di massa, morti e feriti.
Il nuovo gruppo di pronto intervento è stato presentato questa mattina al ministero della Giustizia, dal sottosegretario Andrea Delmastro delle Vedove, dal Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, e dal Vice Capo del Dap, Lina Di Domenico.
I primi concorsi per l'arruolamento nel GIO partiranno a luglio, si tratta però di un concorso di secondo livello rivolto agli appartenenti alla polizia penitenziaria, e per diventare operativo entro la fine dell'anno con un organico a pieno regime di 270 unità.
Il GIO si ispira al gruppo antisommossa delle carceri francesi Eris, istituito oltralpe 20 anni fa e che ha registrato una riduzione del 90% delle criticità negli istituti di pena. Il GIO è affidato alla direzione del primo dirigente della Polizia Penitenziaria, Linda De Maio, e avrà la sede centrale presso il Dap e sarà suddivisa in Gruppi di intervento regionali, GIR, dislocati in tutta Italia.
Davanti ad una ‘criticità’ in carcere sarà il direttore dell'istituto a valutare se non è più fronteggiabile con le forze interne e quindi richiedere l'intervento del GIO al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che da quel momento assume la responsabilità del comando operativo fino al termine dell'episodio critico. Dopo il primo allarme si deciderà se l'intervento sarà affrontabile solo dal GIR locale o far arrivare anche gli agenti del GIO centrale.
Il gruppo operativo sarà addestrato con particolare attenzione rivolta alla capacità di mediazione. Per l'attività di addestramento ci sarà uno scambio informativo con l'Eris francese, e anche con una parte formativa affidata ad agenzie dell'Onu. Ogni agente, inoltre, sarà dotato di una bodycam che certificherà ogni suo movimento a garanzia del corretto uso delle tecniche operative.