MELBOURNE - L’onorevole Nicola Carè, deputato del Partito Democratico eletto nella circoscrizione Estero, ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, ha offerto, ai microfoni di Rete Italia, una lettura molto articolata delle tensioni geopolitiche e delle dinamiche politiche italiane, alla luce della sua recente missione in Ucraina come capo delegazione dell’Assemblea parlamentare della NATO.
Carè ha descritto un’Europa orientale attraversata da un livello di tensione diffuso, con la Polonia impegnata a investire “quasi il 6% del proprio PIL” nella difesa e nella costruzione di linee di protezione lungo il confine bielorusso. Una scelta dettata, secondo il deputato del Partito democratico, da un timore palpabile dell’espansionismo russo.
La delegazione NATO ha visitato Leopoli poche ore dopo un attacco missilistico, trovando una città “che di giorno appare serena, ma che al calar del sole vive nella paura”, con rifugi sempre pronti e ospedali militari pieni di soldati feriti “quasi tutti da droni”. Per Carè, la guerra del futuro “non è più fatta di fucili, ma di tecnologia e disinformazione”, con la propaganda russa descritta come una delle armi più potenti del Cremlino.
A poche ore dall’ulteriore giro di negoziati avviati sulla base di una proposta dell’amministrazione Trump, Carè ha giudicato positivo il semplice fatto che esista un tavolo di confronto. Ma ha avvertito: “L’Europa non può restare fuori. È una guerra europea, che influenzerebbe il nostro continente molto più degli Stati Uniti”.
Per il deputato, l’obiettivo realistico a breve termine è “un cessate il fuoco simile a quello fra le due Coree”, pur auspicando che non duri decenni.
L’onorevole Carè è stato ospite di Rete Italia pochi giorni dopo le ultime elezioni regionali che hanno visto i cittadini di Puglia, Campania e Veneto recarsi al voto, con un risultato che ha visto prevalere il centrosinistra, come da previsioni, in Puglia e Campania e il centrodestra, le forze di maggioranza del governo nazionale, vincere in Veneto. “Testardamente uniti funziona”, è il mantra della segretaria del Pd, Elly Schlein, ribadito anche dall’onorevole Carè come uno dei fattori che ha consentito alla coalizione di centrosinistra, a trazione Pd, di vincere con ampi margini in Campania e Puglia e di tenere in Veneto.
Resta però il nodo della leadership nel possibile “campo largo”: un confronto aperto tra Schlein e Giuseppe Conte, che Carè, così come la stessa segretaria, non considera un tabù. “La segretaria è pronta alle primarie. Nel centrosinistra deve guidare chi ha più consenso o chi vince le primarie”.
Dal voto delle regionali, però, è emerso anche un lato sempre più rilevante negli ultimi anni, partecipazione politica molto scarna, con un astensionismo sempre più alto, l’onorevole Carè invita a leggere con attenzione il forte calo dell’affluenza, soprattutto in Campania: “Molti moderati non si sono sentiti rappresentati da scelte percepite come incoerenti”. Per il deputato dem, la soluzione passa dal ripristino di una forte rappresentanza territoriale e da “scelte che parlino davvero al Paese”, evitando candidature calate dall’alto.