Sarah Carli parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo dopo aver superato un grave infortunio. Con una qualificazione olimpica nel sacco, l’ostacolista dei 400 metri è sulla buona strada per ottenere un grande risultato in Giappone. Lo scorso febbraio, durante l’allenamento in palestra, Sarah è scivolata e ha battuto la testa prima che una sbarra le cadesse sul collo.

L’atleta dei Kembla Joggers ha subito una commozione cerebrale e i medici, all’epoca, sono stati molto cauti e l’hanno tenuta in ospedale in osservazione, una decisione che ha salvato la vita a Carli. Difatti, mentre era in ospedale, ha avuto delle complicazioni che hanno richiesto ulteriori test.

Alla fine, le è stata diagnosticata una dissezione traumatica dell’arteria carotide, essenzialmente una lesione nel vaso primario che fornisce sangue al cervello. È una lesione tipica negli incidenti automobilistici, tale è la forza necessaria per rompere l’arteria.
“Inizialmente avevo solo sintomi coerenti con una commozione cerebrale”, ha detto Carli. “Sono stata fortunata ad avere quelle complicazioni mentre ero in ospedale, i medici hanno detto che sarei morta se non mi fossi operata subito.

L’intervento è stato un successo, ma la sua carriera era a forte rischio. C’era la possibilità che Carli non potesse correre mai più. L’unica cosa per cui aveva lavorato così duramente le era stata portata via. Ha pensato Sarah.

“Ho pianto, non potevo crederci”, ha detto il suo allenatore Melissa Smith. “Sono stati giorni molto frustranti. Semplicemente non ti aspetti che succeda una cosa del genere a qualcuno che conosci e con cui lavori a stretto contatto”. 

Ma, nonostante i timori iniziali, Carli sarà a Tokyo, l’atleta che è stata chiamata nella squadra australiana ai Giochi, si unirà alle altre star della pista dell’Illawarra Joe Edwards e Jessica Hull, la coppia che gareggerà rispettivamente negli eventi maschili e femminili dei 1500 metri.

“È stato un bene che il chirurgo e il medico di Athletics Australia fossero con Sarah, mi ha fatto sentire sicura”, ha detto l’allenatore.
La riabilitazione di Carli è stata un processo meticoloso. L’ostacolista è stata bandita da qualsiasi esercizio per quattro settimane prima che le fosse permesso di iniziare a camminare. Poi, una graduale progressione verso il jogging con aumento del volume di carico progressivo, infine la corsa leggera.

È stato un approccio cauto, quello concordato da Carli e Smith, con i funzionari di Athletics Australia e il chirurgo di Wollongong, il dottor Tam Nguyen. Per molti versi è stato  anche un processo di tentativi ed errori, perché Carli ,uno dei pochi atleti d’élite, tornasse allo sport ad alte prestazioni a seguito di una rottura dell’arteria carotide. “Questo tipo di lesioni generalmente non accadono alle persone della mia età”, ha detto Carli. “Dato che sono così giovane, così in forma e in salute, ho bruciato i tempi di recupero”.

Con il passare dei mesi, però, lo stato di preparazione di Carli è rimasto incerto. A metà giugno, il quadro è migliorato e ha iniziato a prendere forma il sogno. L’atleta ha ricevuto il via libera per iniziare a superare gli ostacoli e con solo due sessioni al suo attivo era a Townsville per la sua gara di ritorno.

“Ora, mi piacerebbe fare due run e arrivare in semifinale, ma dovremo aspettare e vedere. Correrò a Cairns a metà luglio, sarà un indicatore di quello che posso fare dopo un altro mese di preparazione”.

Smith è stata soddisfatta dell’impegno di Carli a Townsville ed è stata rapida nell’identificare le aree su cui lavorare. La forma fisica di base c’è, l’attenzione ora si sposta sul raggiungimento della velocità massima. Smith è ottimista che Carli possa avvicinarsi alla forma che l’ha vista qualificarsi per le Olimpiadi. Prima dell’incidente, puntava alla finale dell’Olimpiade. Dopo l’incidente, l’obiettivo era rimettersi per poter arrivare a Tokyo. Smith ha visto Carli in azione per anni e anche lei è rimasta sorpresa dal modo in cui la sua atleta ha risposto all’incidente mortale. ‘’Anche dopo quella prima gara, tutti eravamo lieti di vederla tornare ma lei non è soddisfatta.Vuole correre più veloce ed essere fra le prime. Indipendentemente dal risultato finale a Tokyo, Carli sa che è stato un successo anche solo tornare a correre, figuriamoci competere per una medaglia olimpica. 

Avendo sperimentato in prima persona quanto velocemente può cambiare una carriera, l’atleta è determinata a garantire che i Giochi siano l’inizio di un nuovo corso di successi. “So che non andrò alle Olimpiadi a pieno titolo a causa di quello che è successo. Ma darò il massimo, tutto quello che la mia preparazione mi consentirà.  Questo incidente mi ha fatto capire che l’atletica è per me una priorità, e vincere  è uno degli obiettivi principali della mia vita”