ROMA - Carlos Tavares, uno dei padri della fusione nel 2020 tra Psa e Fca, lascia Stellantis.
La decisione di dire addio all’amministratore delegato, che avrebbe dovuto ricoprire la carica fino al 2026, è stata presa all'unanimità dal consiglio di amministrazione.
La notizia è arrivata a sorpresa, anche se Stellantis aveva già comunicato che il manager più pagato dell'industria dell'auto avrebbe lasciato la guida del gruppo alla fine del contratto. L'azienda non intende accelerare sulla scelta del successore, che arriverà entro la metà del 2025.
Il processo per la nomina di un nuovo ceo permanente è già in corso e verrà gestito da un comitato speciale del consiglio, spiega Stellantis. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo comitato esecutivo presieduto da John Elkann.
Non trova per ora alcun riscontro, invece, il toto nomine che già da qualche tempo si era scatenato sul possibile successore, a partire da Luca De Meo amministratore delegato della Renault, ma anche con nomi interni come quello di Olivier Francois.
"Siamo grati a Carlos per il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis”, commenta John Elkann, che ha informato personalmente delle dimissioni di Tavares il capo dello Stato Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni.
“Intendo mettermi subito al lavoro con il nostro nuovo Comitato esecutivo ad interim, con il supporto di tutti i nostri colleghi di Stellantis, mentre completiamo il processo di nomina del nuovo ceo. Insieme garantiremo la puntuale attuazione della strategia della società nell'interesse di lungo termine della società e di tutti i suoi stakeholders”, ha aggiunto.
Henri de Castries, il consigliere indipendente senior del board del gruppo, parla chiaramente di divergenze tra Tavares e il consiglio di amministrazione. “Nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il Consiglio e il ceo alla decisione di oggi”, dichiara, senza entrare nel merito.
Negli scorsi mesi, il mercato aveva più volte evidenziato la fretta dell'amministratore delegato di raddrizzare i conti segnati dal negativo andamento delle vendite in America, e molti commentatori avevano sottolineato i malumori del gruppo su più fronti, dai politici europei e italiani ai sindacati ai concessionari americani.
In particolare, con il governo e con l'opposizione lo scontro in questi ultimi mesi è stato molto acceso, soprattutto intorno all’11 ottobre, quando Tavares è stato in audizione Parlamento.
Proprio dal mondo politico torna a farsi forte la richiesta a Elkann di andare in Parlamento a spiegare quale sia il futuro di Stellantis. La richiesta è bipartisan: Lo chiedono a gran voce Fratelli d'Italia, il Pd, Carlo Calenda e Avs.
Anche i sindacati, preoccupati per il calo della produzione e il forte ricorso alla cassa integrazione, chiedono “un cambio di passo”, e si aspettano “nel tempo più breve possibile un nuovo management che dia discontinuità rispetto al passato sugli impegni occupazionali, produttivi e industriali”, come afferma Rocco Palombella, segretario generale della Uilm.
Anche la Fiom chiede “un piano industriale e occupazionale subito”, mentre la Fim parla di un momento di “svolta per Stellantis e per il settore automobilistico italiano”.