ROMA – Il difensore di Giorgia Meloni e dei ministri coinvolti nel caso Almasri potrà visionare gli atti dell’indagine relativa alla mancata consegna alla Cpi del comandante libico Osama Njeem Almasri, accusato di crimini contro l’umanità.

È il nuovo colpo di scena nella vicenda in cui, ai massimi rappresentati del governo, vengono contestati i reati di favoreggiamento e omissione di atti di ufficio. Il Tribunale dei ministri ha autorizzato la senatrice e avvocato Giulia Bongiorno a visionare i documenti, inclusi quelli coperti da segreto.

Il via libera arriva a distanza di pochi giorni dalle dichiarazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio che aveva respinto con forza gli attacchi delle opposizioni, in attesa, appunto, della decisione del Tribunale dei ministri che ha indagato il Guardasigilli, insieme al collega Matteo Piantedosi, al sottosegretario Alfredo Mantovano e alla premier Giorgia Meloni.

“Tutto quello che è stato scritto e che ho letto in questi giorni – ha sostenuto Nordio – è un poco come le leggende: alcune verità corredate di molte invenzioni. Non posso entrare nei particolari perché c’è il famoso segreto istruttorio, ma la parte più ‘succulenta’ che ha sollevato tante polemiche non corrisponde a verità”.

La parte “più succulenta” sarebbe la mail che il capo di Gabinetto di via Arenula, Giusi Bartolozzi, ha inviato all’ex capo del dipartimento Affari di giustizia, Luigi Birritteri, il 19 gennaio, giorno dell’arresto di Almasri, per chiedergli di trattare il caso con cautela e di comunicare su Signal per avere riservatezza.

Mentre il Guardasigilli, nell’informativa alla Camera del 5 febbraio, aveva riferito che solo il 20 gennaio al Ministero era pervenuto dall’Aja il “complesso carteggio” sulla vicenda. Il Ministro, però, non si è scomposto.

“Riferiremo in Parlamento quando sarà il momento. Da ex magistrato – ha premesso – sarebbe improprio se entrassi nei dettagli di un’indagine che è ancora in corso e, quando saranno esibiti gli atti, potrete vedere chi aveva ragione e chi aveva torto. Dico però chiaramente che quello che ho letto non corrisponde a verità”.