ROMA - “Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni. Quando sono in gioco la sicurezza della Nazione e l’interesse degli italiani, non esiste spazio per passi indietro”, scrive sui social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.  

Il messaggio perentorio arriva all’indomani della sua iscrizione all’albo degli indagati in merito al rimpatrio, avvenuto con un volo di Stato, del generale libico Nijeem Osama Almasri, ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di tortura e lesa umanità.    

Il ministro ai Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, al termine della riunione con i capigruppo delle due Camere, ribadisce che “il governo non scappa dal confronto con il Parlamento”, ma che –  dopo la notizia “eclatante” dell’iscrizione all’albo degli indagati della premier e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio – “c’è la necessità di riflettere un attimo su cosa e quando riferire”.  

Nel frattempo, però, le aule sono sospese fino a martedì e saltano le vociferate informative di Nordio e Piantedosi sulla vicenda, che si pensava potessero avvenire oggi. 

“Non andremo avanti con i lavori finché il governo non chiarirà i contorni della vicenda, che non è solo giudiziaria, ma essenzialmente politica e molto grave”, ha detto il capogruppo del Pd, Francesco Boccia, al termine della riunione, parlando insieme ai colleghi del M5s, Avs e Italia viva.  

A quanto si apprende, nell’audizione di oggi al Copasir del ministro Nordio, durata circa un’ora e un quarto, non si è affrontata la vicenda, sulla base di interlocuzioni preliminari che il presidente del Comitato, Lorenzo Guerini, ha avuto con il guardasigilli. L’audizione si è svolta quindi sugli altri punti precedentemente convenuti, ma sul caso Almasri il Comitato svolgerà comunque un approfondimento nelle prossime settimane.