NEW YORK - Un giudice federale degli Stati Uniti ha autorizzato la divulgazione dei documenti del grand jury relativi al procedimento penale contro Ghislaine Maxwell, condannata per traffico sessuale di minori e collaboratrice di lunga data del finanziere Jeffrey Epstein, morto in carcere nel 2019.
Il giudice distrettuale Paul Engelmayer, di New York, ha accolto la richiesta del governo sulla base della nuova Epstein Files Transparency Act, che impone al Procuratore generale di pubblicare tutti i file non classificati legati alle indagini su Epstein e Maxwell. Una decisione analoga era stata presa la settimana precedente da un tribunale della Florida nel fascicolo dedicato a Epstein.
La diffusione dei documenti è attesa con grande interesse sia dagli oppositori politici del presidente Donald Trump che dai suoi sostenitori, molti dei quali reclamano da anni maggiore trasparenza sulle indagini e sui possibili rapporti del finanziere con figure ricche e influenti, incluso lo stesso Trump.
Il presidente, che sostiene di aver interrotto ogni rapporto con Epstein molti anni prima del suo arresto, inizialmente si era opposto alla pubblicazione ma ha cambiato posizione poco prima che il Congresso votasse la legge, che ha poi firmato il 19 novembre. Una parte consistente del suo elettorato ritiene che l’amministrazione abbia occultato legami imbarazzanti e dettagli sulla morte di Epstein, ufficialmente classificata come suicidio, ma da anni al centro di teorie complottiste.
Maxwell sta scontando una condanna a 20 anni dopo la sentenza del 2021 per traffico di minori e altri reati. Durante un colloquio con un alto funzionario del Dipartimento di Giustizia, a luglio, ha dichiarato di non aver mai visto Trump comportarsi in modo inappropriato.
Non è ancora noto quando i file verranno pubblicati né quanto materiale inedito contengano. Molti elementi probatori erano già emersi durante il processo Maxwell, mentre il Congresso ha diffuso numerosi documenti nelle ultime settimane.
Nell’ordinanza, il giudice Engelmayer ha scritto che i materiali del grand jury “non rivelerebbero informazioni nuove di particolare rilievo”, pur disponendone comunque il rilascio in base alla legge federale.
Si tratta del secondo via libera giudiziario alla pubblicazione dei dossier da quando la normativa sulla trasparenza è entrata in vigore, un segnale stante a indicare come la pressione politica e pubblica attorno al caso rimanga altissima.