BUENOS AIRES - Hanno visto i loro cari morire a causa del fentanyl contaminato. E ora assistono all’ostruzionismo di alcuni politici sulla commissione parlamentare che deve indagare sulla vicenda, che ha registrato finora 96 vittime, di cui 87 accertate e 9 ancora in valutazione.

È la denuncia dell’Associazione famiglie vittime del fentanyl adulterato che riferisce come, il 4 settembre scorso, in Parlamento, non sia stato possibile emettere parere per la creazione della commissione investigativa sul caso, per l’assenza del deputato di La Libertad Avanza Nicolás Mayoraz, presidente della commissione Affari Costituzionali, che non ha convocato la plenaria congiunta.

“Questa mancata convocazione prolunga la costituzione della commissione investigativa, ritardando di almeno 20 giorni l’avvio di un lavoro fondamentale per chiarire responsabilità e garantire giustizia”, afferma, attraverso un comunicato, il portavoce Alejandro Ayala, fratello di Leonel, morto dopo l’asportazione della cistifellea all’Hospital Italiano. Un intervento di routine, dopo il quale i medici utilizzarono un farmaco contenente la sostanza incriminata.

“Vogliamo informare la società e i mezzi di comunicazione che la creazione della commissione investigativa resta paralizzata”, continua il comunicato, che ricorda che la costituzione di tale organo “non è un lusso, ma una necessità fondamentale per chiarire responsabilità politiche e contribuire alla giustizia. Tuttavia, ciò che troviamo in Parlamento non è urgenza né impegno immediato, bensì manovre dilatorie e un doppio gioco politico che blocca qualsiasi progresso reale”.

Un muro di gomma, insomma. Secondo Ayala, “la paralisi di questo tema non risponde a limitazioni tecniche, ma a una decisione politica deliberata e mascherata”.

L’urgenza è evidente: una vera e propria corsa contro il tempo. Il 10 dicembre si rinnovano i seggi alla Camera dei Deputati e i tempi di indagine si accorciano: ogni giorno di ritardo compromette la possibilità che la commissione si costituisca. La sua creazione deve essere approvata entro il 7 dicembre.

“Ciò che dovrebbe essere una risposta immediata del Congresso di fronte a una tragedia sanitaria e giudiziaria – continua Ayala – si è trasformato in un blocco istituzionale deliberato che prolunga l’impunità e aggrava il dolore delle famiglie. Ogni giorno di silenzio sarà ricordato come un giorno in più in cui il Congresso ha voltato le spalle alla verità e alla giustizia cercata dalle famiglie”.

Agli ostruzionismi del Parlamento, si aggiunge il doppio discorso del governo. “Da un lato – osserva Ayala – riconosce pubblicamente la gravità della tragedia, dall’altro blocca nei fatti la creazione della commissione”.

Ed è proprio a Nicolás Mayoraz che si rivolgono i parenti delle vittime, con una lettera aperta in cui gli chiedono un reale impegno a compiere i suoi doveri istituzionali. “Ribadiamo la nostra richiesta di celerità e impegno istituzionale – dicono – perché ogni giorno senza progressi significa maggiore incertezza e dolore per le famiglie colpite”.