MILANO - Chiara Ferragni è stata rinviata a giudizio per truffa continuata e aggravata nella sponsorizzazione del “Pandoro Balocco Pink Christmas” nel Natale del 2022 delle “Uova di Pasqua Chiara Ferragni” nel 2021 e 2022. 

La procura di Milano ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio per l’influencer e per altri tre protagonisti del caso: Fabio Damato, suo ex braccio destro, Alessandra Balocco, presidente e ad dell’omonima azienda dolciaria piemontese, e Francesco Cannillo, patron di Dolci Preziosi. 

I decreti di citazione diretta a giudizio, secondo quanto si apprende da fonti investigative, sono stati notificati ai legali dei quattro indagati dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano.  

Nel mirino dei magistrati milanesi, coordinati dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, sono finite le sponsorizzazioni del “Pandoro Balocco Pink Christmas” e delle “Uova di Pasqua Chiara Ferragni” di Dolci Preziosi, due operazioni commerciali “mascherate” da iniziative benefiche, sostiene l’accusa, per un “ingiusto profitto” stimato complessivamente in 2 milioni e 225 mila euro. 

È nell’avviso di chiusura indagini notificato a ottobre scorso che i pm tirano le somme, partendo dall’operazione del pandoro Balocco, che ha portato nelle casse di due delle società dell’influencer, la TBS Crew s.r.l. e la Fenice s.r.l., un “ingiusto profitto” di 1.075.000 + iva.  

Secondo l’accusa, sono stati venduti almeno 362.577 pandori, con un’operazione solo all’apparenza legata a un’iniziativa benefica a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino, che in realtà aveva già ricevuto dalla Balocco un pagamento una tantum di 50mila euro, senza nessuna correlazione con i profitti derivanti dalla vendita del prodotto. 

I pandori furono commercializzati “al costo medio di acquisto pari a circa 9,37 euro per confezione, a fronte di circa 3,68 euro del Pandoro Balocco tradizionale, così rafforzando nel pubblico la convinzione che la differenza di prezzo andasse a beneficio dell’Ospedale Regina Margherita di Torino”, sottolineano i pm in un passaggio del provvedimento.  

L’accusa di truffa aggravata ruota attorno alla pubblicità, considerata ingannevole, condotta dall’influencer via social media e web con informazioni fuorvianti per il pubblico, come “il pandoro Chiara Ferragni le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’ospedale Regina Margherita di Torino”. 

Stesso discorso per l’operazione delle uova di Pasqua di Dolci Preziosi, spacciata come iniziativa benefica a favore delI’impresa sociale “I bambini delle fate”. Anche in questo caso, è attraverso alcune sue società che l’influencer avrebbe ottenuto un ingiusto profitto e, anche in questo caso, i magistrati puntano il dito sulla “pubblicità ingannevole” realizzata da Chiara Ferragni e sulle “informazioni fuorvianti” fornite dall’influencer, come “usiamo la Pasqua per fare del bene”.