AVIGNONE - Dominique Pelicot, accusato di aver permesso a decine di uomini di violentare la moglie dopo averla sedata, è stato dichiarato colpevole dal tribunale di Vaucluse (Avignone) ed è stato condannato a 20 anni di carcere, il massimo della pena prevista.  

Il processo vedeva alla sbarra cinquanta uomini, oltre al marito della vittima, più un altro che non ha violentato la donna ma ha ripetutamente abusato della propria moglie con l’aiuto dello stesso Pelicot.  

Anche la figlia Caroline Darian ha accusato il padre di essere stata drogata e abusata come la madre, che ha subito gli le violenze per anni a propria insaputa. 

Più di 20 altri soggetti rimangono sospettati, ma in libertà, dato che gli investigatori non sono riusciti a identificarli prima dell’inizio del processo. L’accusa ha chiesto da 10 a 18 anni di carcere per i 49 imputati accusati di stupro aggravato, uno dei quali è latitante e processato in contumacia, mentre un altro imputato deve affrontare l’accusa minore di palpeggiamento, e rischia fino a quattro anni di carcere. 

Prima di emettere il verdetto, agli uomini accusati era stata data la possibilità di rilasciare dichiarazioni finali e circa la metà di essi ha detto di non avere “niente da aggiungere”, mentre una quindicina ha chiesto perdono a Gisèle. Uno di loro si sarebbe recato sei volte a casa della famiglia Pelicot, e per lui l’accusa ha chiesto 16 anni di carcere.  

Gli imputati hanno poco in comune tra loro, tanto dal punto di vista anagrafico - dai 26 ai 74 anni - quanto dal punto di vista del profilo personale e professionale, visto che ci sono un infermiere, un giornalista, una guardia carceraria, un consigliere, un soldato, camionisti e braccianti agricoli. 

Pelicot è stato anche condannato per aver realizzato e distribuito foto e immagini a sfondo sessuale non solo della moglie, ma anche della figlia e delle mogli dei suoi figli. 

Le condanne emesse sono state, a eccezione di quella a 20 anni per il marito, generalmente di almeno un paio di anni inferiori a quanto richiesto dai pubblici ministeri.  

I figli di Gisèle Pelicot hanno espresso il loro disappunto per le condanne inflitte ai 51 imputati, considerate troppo lievi - tra i 3 e i 20 anni di carcere – e comunque inferiori a quelle richieste dalla procura.