La madre di Saman le avrebbe inviato un messaggio mentre la 18enne si trovava in una comunità protetta, implorandola di tornare: “Ti prego fatti sentire, torna a casa”.

Sarebbero queste le parole scritte in un messaggio inviato da Nazia Shaheen, la madre di Saman Abbas. Il 22 aprile, la ragazza aveva trovato rifugio presso una comunità protetta dopo aver denunciato i genitori che volevano obbligarla a un matrimonio combinato. Il messaggio della madre sarebbe stato scritto proprio in quei giorni e, secondo gli inquirenti, sarebbe servito per attirarla in una trappola, ingannandola.

Dalla notte del 30 aprile di Saman non si sa più nulla. A quella stessa notte risalirebbero delle immagini riprese da un sistema di sicurezza lo zio e due cugini passare con una pala, un secchio ed un sacchetto. La madre della ragazza è indagata assieme al padre Shabbar, e al momento sono entrambi latitanti, si troverebbero in Pakistan. Sono accusati di omicidio premeditato in concorso insieme allo zio Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, e ai cugini Nomanulhaq, anche lui in fuga con lo zio in Europa, e IkramIjaz, ora in carcere a Reggio Emilia, unico arrestato dopo essere stato fermato in Francia il 28 maggio scorso mentre tentava di raggiungere la Spagna.

“Ti prego fatti sentire, torna a casa”.

Per la procura di Reggio Emilia quell’accorato appello non era la preghiera di una madre in pena, ma di un’esca per la giovane, che sarebbe così stata attirata verso la trappola tesale dai suoi genitori e dai suoi parenti. Il messaggio continua: “Stiamo morendo, torna, faremo come ci dirai tu”.

Proprio quest’ultima frase rappresenterebbe l’inganno su cui avrebbe fatto leva la famiglia: far credere alla giovane di volerla accontentare, di volerle concedere la libertà di vivere come desiderava, senza gli obblighi e le costrizioni della famiglia che la voleva sposata a tutti i costi in ossequio all’ortodossia islamica.

Secondo gli inquirenti, l’obiettivo sarebbe stato quello di sottrarla ai servizi sociali ed alla tutela del tribunale dei minori, per poi ucciderla.

Saman avrebbe temporaggiato per qualche altro giorno, ma per cercare di riavere i documenti ancora in possesso del padre ha poi lasciato la casa rifugio. Secondo gli inquirenti, Saman è stata uccisa nella notte tra il 30 aprile ed il primo maggio. Stando alle parole del fratello di Saman, l’esecutore dell’atto sarebbe lo zio, che glielo avrebbe confessato senza tuttavia rivelare dove ha occultato il cadavere.

Dopo il presunto omicidio i genitori di Saman si sono recati in Pakistan (un video delle telecamere di sorveglianza li ha sorpresi all’aeroporto di Malpensa), e risultano tutt’ora latitanti insieme ad altri due indagati, lo zio e un cugino.

Il quinto indagato, l’altro cugino arrestato in Francia la scorsa settimana, si è dichiarato estraneo alla vicenda. Il legale che lo rappresenta ha reso noto che il suo assistito: “Ha dichiarato di non aver nulla a che vedere con la sparizione della ragazza. Ha manifestato l’intenzione di rendere dichiarazioni più approfondite al pubblico ministero nei prossimi giorni”.