BUENOS AIRES – Considera l’internazionalizzazione universitaria e la cooperazione un punto fermo del suo lavoro di docente e giurista. Non a caso, Dino Bellorio Clabot, decano dell’Università di Belgrano (Buenos Aires), ha fortemente voluto un accordo con l’Università di Pavia per la doppia validità – in Italia e Argentina – della laurea conseguita in uno dei due atenei.
Ora ha creato nella sua università una Cátedra Italia, approvata con risoluzione alla fine del 2023 e annunciata dal Globo poche settimane fa. Nel “campus verticale” della sede di Zabala 1837 fervono i preparativi per gli eventi di inaugurazione.
Il decano “gioca in casa”. Lui, figlio di un veronese e una triestina, passato anche attraverso l’esperienza di un’elezione al Comites, è ben consapevole del ruolo della comunità italiana in Argentina.
Bellorio Clabot si occupa inoltre di diritto ambientale – dal 1975, quando ancora la materia era in stato embrionale – settore che richiede un lavoro di cooperazione globale e una prospettiva internazionale. “Perché per i problemi ecologici i confini tra gli Stati sono irrilevanti” spiega.
La nascita della Cátedra Italia è solo l’ultimo tassello di un lungo cammino di internazionalizzazione intrapreso dall’ateneo. Per il quale l’esperienza con Pavia ha funzionato da spartiacque.
“La convenzione per il doppio riconoscimento del titolo risale al 2010 – spiega –. Abbiamo collaborato molto bene, siamo stati più volte in Italia e abbiamo ricevuto i colleghi qui a Buenos Aires”.
Negli anni sono nate relazioni molto forti anche a livello personale, e non solo accademico. “In particolare con i professori Carlo Granelli e Alba Negri, due menti illuminate che hanno saputo creare successori, come i veri maestri sanno fare” dice Bellorio Clabot. Con loro, Bellorio Clabot fonda un Seminario permanente di cultura giuridica.
“Siamo sempre stati interessati più alle azioni concrete che ai titoli – spiega –. Per questo abbiamo organizzato molte iniziative. Conferenze di diritto comparato, la presentazione – a Pavia– della riforma del 2015 del Codice civile argentino, comparandolo con el italiano del 1942… Editiamo anche due riviste scientifiche”. Sono la Revista iberoamericana de derecho ambiental y recursos naturales, che dal 2011 a oggi ha già pubblicato 47 numeri, e Iusticia (dedicata alla cultura giuridica italiana e argentina).
Il "campus verticale" dell'Università di Belgrano (foto: F. Capelli).
La neonata Cátedra Italia è figlia di questa lunga serie di felici esperienze.
Non sarà una materia a sé stante, ma un laboratorio di saperi.
“Uno spazio – dice Bellorio Clabot – che favorisca l’avvicinamento delle nostre comunità, i cui sistemi giuridici discendono entrambi dal diritto romano. L’idea è stimolare l’interesse per la conoscenza delle nostre origini comuni, per la cultura italiana nelle arti, la letteratura, le scienze”.
Uno degli obiettivi è anche avvicinare le nuove generazioni al mondo delle associazioni italiane, integrando culture e saperi e proteggendo l’eredità della nostra immigrazione e la sua capacità di radicarsi e svilupparsi in armonia con le altre collettività.
“Ora stiamo nominando le autorità della cattedra e la commissione direttiva e organizzando le prime attività” afferma il decano.
Sono previsti anche corsi di italiano?
“La promozione della lingua è uno dei nostri obiettivi – dice Bellorio Clabot – ma non attraverso corsi veri e propri”. Anche perché a Buenos Aires l’offerta è altissima, per non dire inflazionata. “Pensiamo piuttosto a conferenze sull’importanza dell’italiano e sulla sua presenza in Argentina” aggiunge.