KIEV - Mentre l’Europa ha votato per il riarmo e una coalizione di 26 Paesi sta pianificando le prossime fasi per intervenire dopo il termine del conflitto russo-ucraino, la proposta di una tregua delle ostilità per 30 giorni, accettata da Volodymyr Zelensky, rimane in attesa della controfirma di Valdimir Putin.
Washington e Mosca si dicono “cautamente ottimisti” sulla possibilità di mettere fine alle ostilità in Ucraina, mentre le dichiarazioni di Kiev sono di tutt’altro tenore, con Volodymyr Zelensky, che ha accusato Putin di volere “sabotare la diplomazia” e ha chiesto a Trump di usare “la potenza dell’America” per “forzare” Putin a fermare le sue truppe.
Gli Stati Uniti e la Russia, intanto, hanno proseguito con i colloqui, grazie al viaggio a Mosca dell’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff che, secondo quanto dichiarato da Trump, avrebbe prodotto “discussioni molto buone e produttive” che farebbero ontravedere “ottime possibilità che questa orribile e sanguinosa guerra possa finalmente giungere alla fine”.
Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, a margine dei lavori della riunione del G7 di venerdì scorso in Canada, ha detto che “molto lavoro resta da fare, ma c’è motivo di essere cautamente ottimisti”. Parole identiche a quelle del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha affermato: “È vero che c’è ancora molto da fare”, ma ci si può permettere un cauto ottimismo.
Nessuna anticipazione è stata fornita sul contenuto del messaggio che il capo del Cremlino ha affidato a Witkoff perché fosse consegnato a Trump, ma Peskov ha spiegato che non si tratterebbe di un rifiuto della proposta di tregua scaturita dopo l’incontro tra americani e ucraini a Gedda.
“Il presidente ha detto di sostenere la posizione di Trump, ma ha formulato alcune domande a cui è necessario rispondere insieme”, ha affermato il portavoce russo. Putin aveva parlato di “sfumature” che è necessario affrontare, tra le quali, chi dovrà dare l’ordine di cessare le ostilità e come avverranno i controlli sulla linea del fronte. Mosca vorrebbe inoltre garanzie sul fatto che l’Ucraina non approfitti dei 30 giorni di tregua per riarmarsi e riorganizzarsi. Alla vigilia Putin ha detto nelle scorse ore, che le truppe ucraine ancora presenti nella regione russa di Kursk, dove i suoi uomini hanno annunciato di aver liberato 28 insediamenti abitati nell’ultima settimana, erano ormai circondate, e aveva affermato che a loro non restava altra scelta che “arrendersi o morire”.
Tramite le sue affermazioni, Trump avrebbe confermato questa ricostruzione della situazione sul terreno, sostenendo che “migliaia di soldati ucraini sono completamente circondati” e chiedendo “con forza al presidente Putin che le loro vite vengano risparmiate”, evitando di assistere a “un massacro orribile, uno come non si vedeva dalla Seconda guerra mondiale”.
“Se gli ucraini depongono le armi e si arrendono, avranno garantita la vita e un trattamento dignitoso nel rispetto delle leggi internazionali e della Federazione Russa”, sarebbe stata la replica di Putin. Da parte sua, l’esercito ucraino ha seccamente smentito questa versione dei fatti, assicurando che “non c’è alcuna minaccia di accerchiamento”.
Nonostante i battibecchi, Peskov ha fatto sapere che Washington e Mosca dovrebbero decidere un nuovo colloquio telefonico tra i due presidenti una volta che alla Casa Bianca avranno esaminato il messaggio inviato da Putin attraverso Witkoff.
E dalla Casa Bianca è arrivata notizia che già nelle giornata di oggi si potrebbero conoscere maggiori informazioni sulla possibile tregua: “Come sapete, abbiamo un accordo di cessate il fuoco con la parte ucraina e stiamo cercando di raggiungere lo stesso accordo con la Russia - ha affermato Trump -. E penso che finora tutto sia andato bene”.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha espresso la sua preoccupazione rispetto all’incertezza di Mosca; la Russia vorrebbe raggiungere militarmente una “posizione più forte” prima di impegnarsi in un cessate il fuoco. “Penso che il ritardo del processo sia dovuto esattamente a questo”, ha chiarito Zelensky.