BUENOS AIRES - Un impegno straordinario e al tempo stesso rischioso attende Nicolás Marín, fotografo argentino e “ambasciatore” dell’Onu, che si unirà a Greta Thunberg in una missione umanitaria diretta alla Striscia di Gaza.
Una dichiarazione carica di senso e responsabilità, che esprime la volontà di documentare la realtà dei civili colpiti dalla guerra.
Abituato a ritrarre la flora e la fauna marina dai suoi fondali, Marín è stato convocato la scorsa settimana dalla squadra di Greta Thunberg, che lo ha scelto per far parte di questa iniziativa volta a portare aiuti fondamentali nella Striscia di Gaza.
La notizia, racconta il fotografo, gli è arrivata in maniera riservata e silenziosa: “Giovedì scorso mi è arrivata la notizia, era tutto molto segreto. All’inizio ho avuto molti dubbi, si rischia la vita... ma poi mi sono deciso”.
La missione coinvolgerà circa mille persone e un convoglio di almeno 55 imbarcazioni, in partenza da Barcellona domenica prossima, con a bordo alimenti e materiali medici destinati alla popolazione civile assediata. L’obiettivo è tentare di rompere il blocco navale imposto alla Striscia di Gaza, dove ormai vigono restrizioni aeree, terrestri e marittime.
Come spiega Nicolás, il motivo che lo spinge ad affrontare il rischio è puramente umanitario, senza sfumature politiche.
“Io non capisco molto di questa guerra, ma ci sono civili, un sacco di bambini e famiglie che non hanno nulla a che vedere con il conflitto, ed è lì che noi andremo ad aiutare – ha dichiarato in un'intervista alla stampa il giovane fotografo –. Come attivista, il mio impegno riguarda più che altro l’ecologia e la conservazione; non sono mai stato in una zona di conflitto bellico, posso solo immaginare quello che mi aspetta”.
Sarà fondamentale non solo affrontare le condizioni fisiche, ma anche padroneggiare le strategie psicologiche necessarie. Prima della partenza, infatti, i partecipanti seguiranno un addestramento di quattro giorni di sopravvivenza non violenta, per imparare a gestire le possibili reazioni dei soldati della Guardia Costiera israeliana.
Se tutto procederà secondo i piani, l’arrivo è previsto per il 13 settembre, due giorni prima del compleanno di Marín, che festeggerà i ventisette anni durante la missione umanitaria.