BRUXELLES - Il monito si riferisce alla partecipazione alle celebrazioni del Giorno della Vittoria a Mosca, previste per il 9 maggio. “L’anno è il 2025, non il 1939”, ha dichiarato Fico, sottolineando che parteciperà comunque all’evento.
Kallas aveva affermato che la presenza di leader dell’Ue alla commemorazione dell’80° anniversario della sconfitta della Germania nazista nella capitale russa “non sarà presa alla leggera” da Bruxelles. In risposta, Fico ha definito le parole della Kallas come una “minaccia irrispettosa” e ha ribadito la sua intenzione di recarsi a Mosca: “Il 9 maggio parteciperò.”
Il premier slovacco ha anche sollevato interrogativi sul significato delle dichiarazioni di Kallas, chiedendosi se rappresentino un tentativo di ricatto o la promessa di sanzioni al suo ritorno. Fico ha inoltre criticato l’Ue per la mancanza di coerenza democratica, citando le esclusioni elettorali in Romania e Francia e i silenzi su eventi controversi in Georgia, Serbia e nella sua patria, dove lui stesso era rimasto gravemente ferito in un attentato di matrice politica.
“L’Ue dovrebbe riflettere sui suoi valori democratici interni - ha affermato Fico, sottolineando che le sue decisioni rientrano nella sovranità nazionale della Slovacchia -. Nessuno può dirmi dove posso o non posso andare”.
Infine, il leader slovacco ha spiegato che la sua partecipazione ha uno scopo commemorativo: “Voglio rendere omaggio ai soldati dell’Armata Rossa caduti per liberare la Slovacchia e a tutte le vittime del terrore nazista”.
Oltre che Fico, l’avvertimento toccherebbe direttamente anche il primo ministro ungherese Victor Orban, e il presidente serbo Aleksandar Vucic, nonostante il fatto che la Serbia non faccia parte dell’Unione Europea, non essendo ancora stata approvata la sua domanda d’adesione.