Lo scorso venerdì, i membri dalla comunità originaria di San Marco in Lamis hanno vissuto una esperienza speciale che ha portato loro tanta gioia, musica, risate, oltre che storie e aneddoti di una comunità che è tra le prime ad aver portato i suoi compaesani in Australia nel secolo scorso.

Infatti, alla sede del club che prende nome dal piccolo Comune pugliese in provincia di Foggia, i consociati con i loro amici e parenti sono stati intrattenuti dalla diretta dello show radiofonico di Rete Italia condotto da Tony Tardio, anche lui originario di San Marco in Lamis. A fare da ‘spalla’ al popolare conduttore radiofonico vi era anche un’altra voce (e volto) di Rete Italia, l’attore comico James Liotta che, microfono alla mano, è andato di tavolo in tavolo intervistando tanti curiosi e suscitando grandi momenti di ilarità tra una battuta e l’altra. Il tutto supervisionato dal diligente e giovanissimo tecnico della radio italiana, Andre Pagano.

Uno show che ha celebrato non solo l’allegria, ma anche la storia della comunità pugliese, e italiana, di Melbourne: sono infatti trascorsi ben cento anni dallo sbarco dei primi sette cittadini sammarchesi sulle rive australiane, nel 1924. Così, dopo un’emozionante introduzione dell’evento da parte della presidente del club, Sylvia Randazzo, Tony Tardio ha elencato i nomi dei primi ‘pionieri’ sammarchesi, ovvero Giuseppe Ciavarella, Leonardo Delle Vergini, Tommaso e Michele Gravina, Giuseppe e Matteo Lombardi e, infine, Angelo Nardella. Una lista questa che ha suscitato il clamore dei tanti discendenti presenti nel salone, oltre che l’applauso assordante con il quale è stato accolto Pasquale Totaro, nipote del primo dei sammarchesi elencati, Giuseppe Ciavarella, detto ‘Lu Vaccaro’ per via delle origini da allevatore di bestiame, che ha raccontato al microfono dello show di Tony Tardio riguardo le sue origini: “Innanzitutto, io sono nato in Italia, ma la mia famiglia è emigrata in Australia quando avevo soli sei mesi, nel ‘54. Sono però fortunato, perché ho incontrato mio nonno Giuseppe quando avevo venti anni, durante un viaggio in Italia con la mia famiglia, pochi mesi prima di lasciarci”, ha raccontato Pasquale, che nella sua vita ha poi intrapreso la carriera da elettricista e vive a Keilor. 

I ricordi sono pochi ma ben impressi per il nipote di uno dei primi migranti pugliesi in Australia: “Mi raccontò di aver iniziato a lavorare subito appena arrivato e che questo Paese gli piaceva molto. Mio nonno Giuseppe non voleva tornare in Italia, ma venne convinto dalla sua famiglia a rientrare e prendere in gestione la cantina di famiglia, un’azienda che ancora oggi esiste a San Marco”, ha spiegato ai microfoni di Rete Italia. Nel frattempo, tra i presenti, molti hanno affermato di conoscere l’azienda che il ‘pioniere’ Giuseppe Ciavarella prese in gestione al rientro nella cittadina pugliese. 

Tra gli applausi della sala, Tony ha salutato il suo primo inviato, passando la parola a James Liotta che, muovendosi tra i tavoli, ha suscitato tante risate per le simpatiche interazioni con le nonne e i nonni che hanno partecipato tra una battuta in pugliese e un racconto di vita. Uno spettacolo con tanta energia, con tanti momenti di musica e poesia, con il primo intervallo canoro a opera di Lino Del Giudice, che ha interpretato Tu vuo’ fa’ l’americano. 



Il conduttore Tony Tardio (a destra), mentre intervista Joe Mimmo (al centro), con alle spalle James Liotta, che ha partecipato allo spettacolo portando tanta allegria mentre intervistava i presenti in giro per il salone

Il secondo ospite è stato Joe Mimmo, che ha raccontato altre storie dei primi sammarchesi. Lo stesso Tony Tardio lo ha infatti definito “uno storico dei sammarchesi di Melbourne, che conserva tanti documenti riguardanti questa bella comunità”, e ha subito chiesto a Joe della sua storia: “Sono arrivato in Australia quando avevo nove anni, mentre papà era già qui da qualche mese. Ho iniziato subito a lavorare, raccogliendo pomodori”, ha spiegato il secondo ospite, che ha poi ripercorso anche la storia di Michele Delle Vergini, che perse la vita durante il tragitto per approdare a Melbourne. “A riconoscimento della sua storia, la località di Kyabram - che si trova tra Shepparton ed Echuca, nel Nord del Victoria - gli ha dedicato una rispettosa tomba come omaggio. Il signor Michele, che aveva quattro figli, era venuto in nave insieme a un altro Delle Vergini, dal nome di Leonardo, che a sua volta aveva avuto cinque figli”, ha continuato Joe Mimmo, che ancora oggi studia e ricerca le storie dei sammarchesi e ha regalato tantissimi altri aneddoti sui ‘paesani’.

La mattinata ha visto poi avvicendarsi sul palco il musicista Gaetano Scalise che con la sua chitarra acustica ha creato il perfetto sottofondo musicale per il conduttore che ha letto, e interpretato, una poesia in dialetto pugliese dal titolo La processione, scritta da Joseph Tusiani, che nacque a San Marco in Lamis il 14 gennaio 1924, e che ci ha lasciati l’11 aprile 2020 a New York. Tusiani è stato un poeta e traduttore rispettatissimo che pubblicò numerosi volumi di liriche inglesi e latine e, soprattutto, nel dialetto di San Marco. “Scalise ha visitato l’Australia nel 1990. Quando ho ascoltato le sue poesie mi sono emozionato tantissimo, con i temi nostalgici che esprimono la mancanza di casa”, ha rivelato Tardio poco prima di regalare un momento di commozione ai presenti, accompagnato da Gaetano Scalise.

La musica però non si è fermata, con un’altra interpretazione mozzafiato che ha strappato qualche lacrima nel salone del sodalizio: la canzone Caruso, di Lucio Dalla, cantata dalla bravissima Danielle Soccio. Dalla commozione, si è tornati alla giovialità con altre simpatiche interviste ai presenti, incalzati dalla simpatia di James Liotta.

La piccola, ma grande, comunità di San Marco in Lamis ha avuto modo di ascoltare ancora tantissime storie dei loro compaesani, come quelle raccontate da Tommaso Accadia a proposito di Tommaso Gravina, e le testimonianze di un altro ospite di prestigio, Nick Galante, che ha raccontato di Giuseppe Lombardi. 

Un altro momento toccante è stato quello dell’intervista ad Antonietta ‘Ninetta’ Ciavarella, nipote di Matteo Villani, che arrivò anche lui cento anni fa, poco dopo i primi famosi sette nominati in precedenza. Ninetta ha letto una lettera del nonno che ricevette tanti anni fa, con la voce rotta dalla commozione per le belle e semplici parole del caro nonno. 

Un’altra poesia di Joseph Tusiani letta da Tony Tardio, sempre sulle note di Scalise, ha sancito una mattinata irripetibile, per una piccola, ma grande, comunità garganica che conserva ogni piccolo ricordo dei suoi predecessori con tanto orgoglio.