BOLOGNA - Sono stati recuperati tutti i corpi dei lavoratori morti dopo l’esplosione della centrale idroelettrica di Suviana, nella provincia di Bologna, con l’ultima delle sette vittime accertate ritrovata vicino alla turbina.

Terminato il recupero dei dispersi, si è aperta la fase due dell’intervento, che prevede di togliere l’acqua con delle idrovore per permettere l’ispezione completa della centrale. Quelle dell’impianto sono fuori uso, così Enel Green Power ha fatto arrivare delle pompe di grande portata dalle centrali geotermiche della Toscana.

A questa operazione seguirà la messa in sicurezza della struttura per permettere l’avvio delle perizie, dopo una prima ispezione esterna della centrale per individuare eventuali altri danni o pericoli e per programmare le successive attività di ripristino. Questa fase avrà numerosi passaggi.

Come spiega Salvatore Bernabei, amministratore delegato di Enel Green Power: “C’è un pozzo che contiene dell’acqua, stiamo facendo delle analisi per capire che cos’ha dentro”. 

Intanto, risulta fuori pericolo l’operaio di 35 anni ferito dopo l’esplosione e ricoverato in rianimazione al Sant’Orsola di Bologna. Nelle ricerche sono state impegnate circa 200 persone, concentrate soprattutto al piano meno 9 dell’impianto, sotto il livello del lago, dove sono state trovate tre delle vittime.

Tra loro anche Simone De Angelis, il capo centrale. “Questo ragazzo ha visto la centrale in cui lavorava in queste situazioni, ha visto subito alcuni deceduti che conosceva, persone con cui lavorava tutti i giorni, per tre giorni è stato coi sommozzatori guidando le operazioni di soccorso, centimetro per centimetro, con i sommozzatori che si muovevano in un ambiente in cui non c’era visibilità. Appena trovato il quarto disperso ha avuto un mancamento ed è stato portato via dall’ambulanza”, ha raccontato Bernabei, visibilmente emozionato in conferenza stampa.

“La scatola nera della centrale di Suviana è in mano all’autorità giudiziaria”, ha continuato l’amministratore delegato di Enel Green Power, la sua analisi sarà fondamentale per ricostruire l’accaduto.

“Tutte le centrali hanno un sistema di supervisione e controllo che si chiama Scada. In questa centrale si trovava nei piani superiori. Questo sistema è già stato preso dall’autorità giudiziaria e quindi se avrà registrato qualcosa, si vedrà nel momento in cui verrà esaminato”, ha sottolineato Bernabei.

Fra le ipotesi avanzate degli esperti, un’esplosione che potrebbe essere stata innescata da un guasto all’alternatore. Se il sistema avrà registrato qualcosa “quell’analisi potrà essere utile per capire le cause, perché altrimenti attualmente non è davvero possibile comprendere che cos’è successo” ha detto ancora Bernabei.

Sull’incidente nella centrale idroelettrica di Bargi è stato aperto un fascicolo dalla Procura bolognese per disastro colposo e omicidio colposo. Del caso si stanno occupando il procuratore capo Giuseppe Amato e il pm Flavio Lazzarini.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in occasione del discorso tenuto agli Stati generali dell’economia organizzato da Forza Italia a Milano, ha ricordato le vittime della tragedia di Suviana: “Non posso non ricordare le vittime sul lavoro della centrale idroelettrica di Bargi. Purtroppo, gli incidenti ci sono sempre. Dobbiamo continuare a lavorare sulla sicurezza per il lavoro con norme non ideologiche”, ha detto aggiungendo che “per esempio, possiamo pensare di dare incentivi alle imprese che adottano politiche sulla sicurezza all’avanguardia”.