CANBERRA - L’Australia si ferma alle 10:30 di oggi per il Giorno della Memoria, in occasione del 107º anniversario dell’armistizio del 1918, che pose fine alla Prima guerra mondiale.

Da Canberra alle città più remote, milioni di persone rendono omaggio a chi ha combattuto e perso la vita nei conflitti, in un momento di raccoglimento nazionale che quest’anno assume un significato speciale: l’80º anniversario della fine della Seconda guerra mondiale.

Nel suo messaggio, il primo ministro Anthony Albanese ha ricordato che la speranza di un mondo senza guerre “è stata messa a dura prova, ma resta un impegno che dobbiamo trasmettere di generazione in generazione”.

“Il minuto di silenzio che osserviamo ogni anno è un’eco senza suono che ci raggiunge attraverso 107 anni - ha detto -. Un silenzio che appartiene tanto a chi ha sacrificato la vita quanto a chi è sopravvissuto. È il nostro modo di mantenere viva la speranza e la memoria di tutti coloro che hanno combattuto per la pace in nostro nome.”

Anche la leader dell’opposizione, Sussan Ley, ha sottolineato il valore simbolico del ricordo in un anno così importante : “Oggi onoriamo ogni australiano che ha servito in uniforme, chi ha fatto il sacrificio supremo, chi è tornato cambiato per sempre e chi continua a servire con onore”.

Secondo il governo, oltre 103mila australiani hanno perso la vita in missione militare dalla Federazione, mentre migliaia di altri sono tornati portando le ferite fisiche e psicologiche della guerra.

Fra loro, anche Allan Miles, ex commando e presidente di Operation Pilgrimage, che non conobbe mai suo padre, caduto nella Prima guerra mondiale. “Chiunque indossi l’uniforme è connesso a chi ha servito prima di lui. È una catena di coraggio che non si spezza mai”.

La cerimonia principale si è svolta all’alba al War Memorial di Canberra, con la partecipazione di Albanese, Ley e del portavoce veterani Darren Chester.

“Ricordiamo ogni giovane australiano a cui è stato negato il futuro, e ogni vita cambiata per sempre dalla guerra - ha dichiarato Albanese -. Questo è il cuore del patto che trasmettiamo da una generazione all’altra. Lest we forget”.