TEHERAN – A una settimana dall’inizio dei conflitti tra Iran e Israele, il presidente americano Donald Trump ha messo il cappello con una constatazione e una minaccia: il controllo dei cieli iraniani. Così, per l’Iran c’è una sola strada. Arrendersi e senza condizioni. E, come ormai spesso accade, è da Truth che sono partiti i messaggi per Teheran.

“Abbiamo il controllo completo e totale dei cieli sopra l’Iran”, ha scritto nel suo primo post ricorrendo a un plurale che già preludeva a un coinvolgimento anche pubblico decisamente maggiore. Venti minuti dopo, la quasi discesa in campo. “Sappiamo esattamente dove si nasconde il cosiddetto ‘leader supremo’. È un bersaglio facile, ma li’ è al sicuro – ha spiegato –. Non lo elimineremo, almeno non per ora. Ma non vogliamo che vengano lanciati missili contro civili o soldati americani. La nostra pazienza sta finendo”.

E il messaggio è stato ancora più chiaro in un secondo post scritto a caratteri cubitali: “Resa incondizionata”.

Trump ha poi riunito il suo Gabinetto di sicurezza e secondo la stampa americana sta ormai seriamente valutando la partecipazione all’attacco. Lo ha fatto capire il vicepresidente JD Vance: “[Il Presidente] potrebbe decidere di dover adottare ulteriori misure per fermare l’arricchimento nucleare iraniano”, ha scritto.

Ufficialmente, l’obiettivo della guerra è impedire a Teheran di dotarsi dell’atomica. Sul fatto che la minaccia sia (o sarebbe stata) imminente, vi sarebbero dubbi anche negli Stati Uniti: la Cnn ha rivelato che secondo gli 007 americani una bomba non sarebbe arrivata prima dei tre anni. Dunque resta quel cambio di regime che per Israele, nelle parole del ministro degli Esteri, Gideon Saar, sarebbe solo “una conseguenza”.

La guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha intanto pubblicato una serie di post sui social, definendo Israele “un regime sionista terrorista” e dichiarando: “La battaglia ha inizio. Non mostreremo pietà ai sionisti”.

Le dichiarazioni sono arrivate poco dopo il lancio di due ondate di missili balistici da parte dell’Iran verso Israele, attacchi che hanno innescato sirene in tutto il Paese, inclusa la Cisgiordania. Nonostante l’assenza di vittime, diversi veicoli sono stati danneggiati da un incendio scoppiato in un parcheggio nel centro di Israele.

Nel frattempo, le Forze di difesa israeliane hanno intensificato l’offensiva in territorio iraniano, chiedendo agli abitanti del distretto 18 di Teheran di evacuare per imminenti attacchi su infrastrutture strategiche. Raid aerei sono stati segnalati anche a Karaj, già nota per ospitare un impianto nucleare.

Israele ha lanciato l’operazione sei giorni fa con l’obiettivo dichiarato di eliminare la minaccia esistenziale rappresentata dai programmi nucleari e missilistici iraniani. Il bilancio è già grave: Teheran denuncia 224 morti, mentre Israele ha subito 24 vittime e oltre 500 feriti a seguito di più di 370 missili e centinaia di droni lanciati dall’Iran.

Khamenei, ancora chiuso nel bunker con la famiglia, avrebbe già ceduto una parte significativa dei suoi poteri ai pasdaran. Sul piano militare tutto è pronto. Alla base Diego Garcia, nell’Oceano Indiano, ci sono già almeno quattro bombardieri pesanti B-52H Stratofortress, in grado di trasportare testate nucleari o altre munizioni a guida di precisione. Lo stesso presidente ha confermato di avere già dato una grossa mano a Netanyahu a intercettare i missili iraniani e smantellarne la contraerea.

Le forze israeliane hanno annunciato di aver inflitto un altro duro colpo ai vertici militari iraniani, con l’uccisione del capo di Stato maggiore, Ali Shadmani. E proseguono i bombardamenti su siti militari e nucleari: Israele ne vuole distruggere almeno altri 10. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha rivelato che i bombardamenti hanno avuto un impatto sulle aree di arricchimento dell’uranio nel sottosuolo di Natanz.

Intanto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dal bunker dove stava tenendo una valutazione sulla situazione.