MELBOURNE - Spesso le nostre passioni ci seguono e si adattano agli anni della vita, a volte possono affievolirsi, ma non scompaiono e, altre volte, possono cambiare forma senza però cambiare la sostanza.
Matteo Bono, ex ciclista professionista italiano, ora vive a Melbourne e, anche se non gareggia più da agonista, si è impegnato ad agevolare il cicloturismo in un continente immenso come quello australiano, che dispone di infinite potenzialità.
Nato a Iseo, in provincia di Brescia, e poi cresciuto in Franciacorta, Bono ha sempre coltivato la passione per il ciclismo fin da quando, insieme ai genitori, andava ad assistere alle gare, tutti i fine settimana, di suo fratello Paolo, di sette anni più grande e ciclista, come il padre Renato.
“Non ho mai subìto pressioni da parte della mia famiglia per iniziare ad andare in bici – ha rivelato Bono –. Ma poi, quando ho iniziato ad andarci, verso l’età di 11 anni, e avevo anche una prestazione fisica maggiore, ho iniziato ad andare in bici con Paolo, e questo mi ha cambiato profondamente. Grazie ai suoi consigli e ai suoi insegnamenti ho imparato tantissime cose e sono diventato quello che sono”.
Bono ha iniziato la sua carriera in Polisportiva Camignone, una squadra nata nel 1976 e formata da persone profondamente appassionate di sport. Nel corso di tutta la sua carriera ha pedalato per altri due gruppi sportivi, approdando all’età di soli 22 anni in quella che poi rimarrà la sua squadra definitiva.
“Ricordo come, la domenica e il sabato, andavo sempre a fare le gare, e questo impegno costante non mi è mai pesato tanto perché lo facevo con passione – ha raccontato Bono –. Non ero un vincente, ma in bici andavo bene e mi venivano facili le cose; quindi, questa naturalezza mi spronava a fare sempre di più”.
Nel corso della sua carriera, Bono ha partecipato alle gare più importanti del settore, dal Giro d’Italia, a quello spagnolo, dal Tour de France a quello Down Under, la gara in assoluto più importante in Australia nel Circuito World Tour, che è la massima categoria del ciclismo mondiale.
Solitamente questa competizione si svolge nella capitale del South Australia, Adelaide, nel mese di gennaio e rappresenta la gara più rilevante non solo in Australia ma in tutta la zona dell’Asia e del Sud Pacifico.
Ed è proprio durante una di queste competizioni che ha conosciuto la sua compagna, Angela Grant. E così, nel 2018, dopo aver disputato la sua ultima gara in Cina, ha deciso di trasferirsi definitivamente in terra down under:
“Ho aspettato di terminare le gare perché, quando si fa ciclismo a livello World Tour, non è fattibile vivere in Australia. La base deve essere l’Europa, perché le competizioni principali sono quasi tutte nel Vecchio Continente e, anche dal punto di vista fisico, essendo le stagioni capovolte ed essendo presente un’enorme differenza di orari, è meglio trovarsi direttamente in loco”.
Anche dal punto di vista amatoriale, spiega Bono, questo sport presenta enormi differenze tra l’Italia e l’Australia.
In Italia, per esempio, il concetto di bike-friendly comprende strutture dotate di appositi magazzini dove tenere al sicuro la propria bicicletta, oppure di spazi dove poterla lavare e anche di guide in cui vengono consigliati i percorsi più adatti da percorrere.
“In Australia non esiste tutto questo perché la cultura ciclistica è arrivata molto tempo dopo – ha spiegato l’ex atleta –, ma pian piano ci stanno arrivando. Soprattutto adesso il governo sta investendo molto in piste ciclabili e simili, e le strutture alberghiere si stanno accorgendo che molte persone viaggiano con la loro bicicletta e hanno bisogno di un po’ di assistenza e quindi si stanno convertendo a diventare bike-friendly hotels”.
Molte di queste strutture sono posizionate sulle vecchie ferrovie che stanno venendo trasformate in piste pedonali o ciclabili, regalando a tutti i ciclisti, anche quelli non esperti, la possibilità di pedalare in totale sicurezza.
Ed è proprio questa apertura verso il cicloturismo in Australia che ha spinto la coppia a creare una piattaforma che potesse agevolare la ricerca di strutture e servizi per chi viaggia su due ruote: Bike Hotels.
La piattaforma online è gratuita e disponibile per chiunque sia interessato ad avere maggiori informazioni all'indirizzo bikehotels.com.au.

Il ciclista Matteo Bono con la sua compagna Angela Grant, con la quale ha fondato Bike Hotels
“Abbiamo avviato questo progetto ironicamente appena prima che scoppiasse la pandemia di Covid – ha spiegato Bono –. Durante questo periodo è stata molto dura perché non solo il turismo era morto ma anche tante altre attività, come gli albergatori che contattavamo, che avevano proprio chiuso. È stato molto deprimente vedere questi fenomeni; qui in Australia non ci eravamo abituati”.
Quando però la situazione si è normalizzata, fortunatamente Matteo e Angela hanno riscontrato una grande risposta, soprattutto dagli albergatori che li hanno contattati e hanno registrato un incremento delle prenotazioni e delle richieste per alloggi per ciclisti mai verificatosi prima.
“Questo mi ha fatto enormemente piacere – ha concluso l’atleta –. Il nostro progetto è nato non per fare profitto ma per pura passione; volevamo cercare di fare qualcosa in più per il ciclismo qui in Australia e per le aree rurali del Paese dove il ciclismo può creare nuove opportunità. Il cicloturismo è un’attività che si sta espandendo tantissimo nel continente perché, anche se si tratta di uno sport impegnativo, a livello fisico fa bene a tutti, a ogni età. Chi si avvicina a questo sport, infatti, difficilmente lo lascia”.