Giulia, 18 anni del Liceo Linguistico Sandro Pertini di Genova

Ho recentemente avuto l’opportunità di trascorrere due settimane a Brisbane, in Australia, per svolgere un’attività di ricerca in relazione a un progetto chiamato “Storia e Memorie”.

Tra le tante esperienze, ritengo particolarmente significativa l’attività svolta a Casa Serena, dove ci siamo recati per incontrare una comunità di italiani residenti nella città da ormai molti anni. Siamo state accolte con grande gioia e soprattutto disponibilità nel rispondere ad alcune domande inerenti al nostro progetto.

Abbiamo passato l’intera mattinata insieme, dalle 10.00 alle 14.00, prendendo prima il tè poi giocando a bingo, l’attività preferita degli anziani più affezionati. Abbiamo avuto l’opportunità di interagire con ognuno di loro, di conoscerli e di imparare dai loro racconti. Dopo pranzo abbiamo registrato varie interviste grazie alle quali abbiamo scoperto storie diverse, ma tutte ugualmente emozionanti, raccontate con il cuore. 

Sono rimasta colpita da questa iniziativa principalmente perché non ne avevo mai sentito parlare prima; è bello come Giovanna, la coordinatrice, dedichi del tempo a queste persone, dando loro l’opportunità di riunirsi per trascorrere delle ore insieme, soprattutto permettendo ad ognuno di mantenere e coltivare le proprie radici, così da non scordare mai l’Italia, il Paese che hanno dovuto lasciare con tanta fatica.

Sicuramente se ci fossero attività di questo tipo anche a Genova, mi piacerebbe poter dare il mio contributo semplicemente trascorrendo del tempo insieme agli anziani e provando a regalargli un sorriso.

Elena, 18 anni del Liceo Linguistico Sandro Pertini di Genova

Passare una giornata a Casa Serena è la cosa migliore che una giovane ragazza come me possa fare.

Grazie alle storie dei signori e delle signore ospiti, ci siamo immerse in quella che era la loro vita prima di diventare migranti - un capitolo ormai lontano - e abbiamo provato, per qualche minuto, a ripercorrere i loro passi. 

Mai potremmo comprendere a fondo le difficoltà che hanno vissuto con il poco tempo a disposizione.

Ora viviamo in un mondo molto diverso, con più servizi, più possibilità e meno infrastrutture. I miei occhi giovani vedono la vita in questo modo e mi ha fatto piacere riportare alla luce quella che è stata la loro esperienza: le persone di Casa Serena hanno condiviso le loro testimonianze con passione. 

Questi racconti, come ragazza di 18 anni, posso solo ascoltarli e trarne insegnamento.

Lasciare o scappare da casa, dalla tua lingua e il tuo Paese, per andare in un posto che non conosci, senza aiuti, ma dove speri di poter avere una vita migliore, lontano da povertà o da una mentalità chiusa, sono tutte memorie che accomunano queste persone.

Le loro storie mi hanno fatto aprire gli occhi, ma anche scaldare il cuore.

Ascolterei le loro parole per ore ed ore. Anzi, tutti noi ragazzi lo dovremmo fare. La vita cambia dopo certe esperienze e dopo le storie della comunità di Casa Serena, anche la mia prende una direzione diversa, piena di luce e di speranza.

Martina, 17 anni del Liceo Linguistico Sandro Pertini di Genova

Durante la mia esperienza formativa a Brisbane, ho avuto l’opportunità non solo di conoscere le persone del posto confrontandomi con le varie culture e tradizioni, ma anche migranti italiani residenti nella città da molti anni.

Durante la mia permanenza a Brisbane, insieme a due compagne mi sono recata a Casa Serena, dove abbiamo trascorso la mattinata.

Abbiamo avuto modo di pranzare insieme ai membri di questa comunità, giocato a bingo con loro e abbiamo potuto intervistare alcuni ospiti per raccogliere le loro testimonianze come migranti.

Questo incontro è stato molto significativo per me e penso che mi resterà sempre nel cuore. Mi hanno molto emozionato le loro storie, tutte le difficoltà che hanno dovuto affrontare, e soprattutto ho potuto rendermi conto della loro forza e volontà di rialzarsi sempre, nonostante tutto.

Non avevo mai partecipato a questo tipo di attività, ma dopo questa esperienza mi piacerebbe continuare a lavorare per gli anziani in futuro.

Ritengo che questo progetto del Co.As.It. sia fantastico perché permette alle persone lontane dall’Italia di mantenere la loro cultura stando in compagnia e divertendosi tutti insieme.