FIRENZE - Il Chianti Classico, mentre i produttori stanno portando in cantina le uve di una vendemmia eccezionale, come si preannuncia essere quella di quest’anno, è incoronato dalla critica come uno dei vini migliori italiani, capace di stupire piacevolmente chi avrà la pazienza di attenderne le evoluzioni in bottiglia nei prossimi anni. Anziché “Re di Toscana”, sarebbe più appropriato il titolo di “Granduca”, in omaggio a Cosimo III de’ Medici, che con lungimiranza nel 1716 delimitò la zona di produzione dell’odierno Chianti Classico DOCG. 
La trecentesima vendemmia della regione del Gallo Nero ha riscosso un successo quanto mai opportuno. La Guida del Gambero Rosso, che attribuisce gli ambìti Tre Bicchieri, come punteggio massimo, ha premiato ben 24 etichette di Chianti Classico, un record nello storico della denominazione, ma anche un record in ambito regionale: il Gallo Nero distacca nettamente i suoi colleghi toscani e arriva secondo a livello nazionale nell’edizione 2020. 
Anche all’estero la vendemmia 2016 del Chianti Classico ha convinto in modo unanime la critica, che la premia come annata di grande eleganza e armonia, anzi, addirittura viene definita un punto di riferimento con cui misurarsi in futuro. Sebbene i punteggi più alti (pari o superiori ai 95 punti) siano per lo più attribuiti ai Chianti Classico Gran Selezione, non mancano anche vini Riserva o Annata in cima alle classifiche. 
Come è d’uso sulle riviste americane, sono indicati per ciascuna etichetta il periodo migliore per degustarla, e il Chianti Classico è unanimemente riconosciuto come vino capace di lunghi invecchiamenti. Il Chianti Classico può ben dirsi quindi la denominazione più premiata del panorama toscano. La vendemmia di quest’anno si preannuncia come un’annata classica. Le piogge primaverili hanno permesso la creazione di importanti riserve idriche, adatte a affrontare un’estate moderatamente calda e caratterizzata da ridotte precipitazioni. Il clima mediamente più rigido e umido nella prima metà dell’anno ha lievemente ritardato il ciclo vegetativo della vite rispetto agli ultimi anni, con un cadenzarsi dei tempi che ricorda le grandi annate degli anni ’80. 
A un’estate calda ma regolare, senza particolari picchi di calore o abbondanti precipitazioni, è seguito un settembre caratterizzato da bel tempo e grandi escursioni termiche, che hanno permesso la perfetta maturazione fenolica delle uve. In cantina in questi giorni vengono portate uve perfettamente sane e a livello di quantità prodotte si è in linea con il 2018.