Chiara Boni festeggia i suoi cinquant’anni di carriera nella moda. La stilista ha infatti esordito nella moda nel 1971, aprendo, dopo una breve esperienza a Londra, un negozio nella sua città natale, Firenze, dove vendeva i suoi abiti sotto la sigla You Tarzan Me Jane. Il brand venne notato e acquisito da GFT (Financial Textile Group, gruppo finanziario che possiede Armani e Valentino), imparando molto sui tessuti stretch che poi la renderanno famosa. Lavorò anche a Ginevra come consulente per le fabbriche che volevano inserire questo materiale nella loro produzione. Successivamente Chiara Boni ha riacquisito il suo marchio e creato la linea Chiara Boni la petite robe, che propone abiti in jersey stretch molto apprezzati da star e personalità internazionali, soprattutto a New York, dove sfila due volte l’anno. Chiara Boni ha disegnato anche costumi teatrali e lavorato con i migliori fotografi.

“Ho pensato da subito a vestire la donna di comfort, con cose facili da portare e negli anni questa tendenza non è cambiata, tanto che abbiamo dei capi continuativi che, nonostante si chiamino Rebecca e Cassandra, hanno fatto la nostra fortuna e dopo dieci anni si vendono ancora benissimo”. Nel pensiero di Chiara, “è sempre stata la donna che deve interpretare il vestito, e non viceversa mentre a volte - sottolinea - si nota solo l’abito”. Inevitabile, vista la ricorrenza, qualche riflessione su questi cinquant’anni, a partire dall’inclusività: “Oggi se ne parla tanto, io credo di averla sempre fatta, ma forse per i giovani è una cosa nuova, negli anni ho sfilato con qualsiasi tipo di persona, di ogni età e taglia, e ricordo ancora una passerella in un cinema gay di Torino, negli anni 90, con solo trans. Credo che la moda - è la riflessione della stilista fiorentina - dovrebbe occuparsi di chi oggi non si può proprio vestire, come le donne afghane”.