NEW YORK - La corsa verso le elezioni americane del prossimo novembre si fa sempre più serrata, dopo la notizia dell’abbandono di Chris Christie che si ritira, affermando di essere “orgoglioso di quanto fatto finora. Le campagne elettorali sono fatte per vincere” e “mi è chiaro che non ho una strada per conquistare la nomination e per questo sospendo la mia campagna”.

Con la sua uscita, si restringe la platea di candidati repubblicani al 2024 e Nikki Haley potrebbe essere la maggiore beneficiaria di questa svolta inaspettata in termini di consensi, favorendola e rafforzando la sua ascesa in vista dei caucus dell’Iowa, ma soprattutto delle primarie in New Hampshire.

Nel frattempo Donald Trump sta affrontando il processo per gli asset gonfiati, durante il quale si è lanciato in un monologo di 5 minuti alla fine delle arringhe difensive, in cui ha sostenuto che quella contro di lui “è una caccia alle streghe politica”. 

Prima di essere interrotto dal giudice, l’ex Presidente ha accusato: “Abbiamo una situazione in cui un uomo innocente è stato perseguitato da qualcuno in corsa per una carica. Vogliono assicurarsi che io non vinca più e questa è parzialmente interferenza elettorale. Quello che è successo qui è una frode per me, dovremmo ricevere i danni”.

L’avvocato dell’ex presidente Usa ha chiesto al giudice di far parlare il tycoon per due, tre minuti. Il giudice Arthur Engoron ha chiesto a Trump se fosse disposto a farlo, attenendosi solo al caso.

“Beh, vostro onore - ha risposto l’ex Presidente degli Stati Uniti - io penso che questo caso vada oltre i fatti. E i fatti sono dichiarazioni finanziarie perfette e il fatto che non ci sono stati testimoni contro di me. Le banche hanno riavuto tutti i loro soldi. Sono stati dei prestiti andati alla grande”. 

A questo punto è stato interrotto dal giudice, che alla vigilia dell’udienza gli aveva vietato di intervenire alle arringhe finali per non aver accettato le condizioni, tra cui non fare un discorso elettorale, che è il tentativo trumpiano in tutti i processi pendenti, durante i quali cerca di fare campagna elettorale dipingendosi come la vittima di una cospirazione politica ordita dal suo probabile rivale nella corsa alla Casa Bianca, Joe Biden.

“Mi hanno negato i diritti”, ha denunciato Trump prima dell’udienza, mettendo sotto accusa il giudice, nella cui casa è scattato un allarme bomba poche ore prima dell’udienza, costringendo la polizia a rafforzare la sicurezza al palazzo di giustizia.

Sui social aveva già attaccato Engoron, che in precedenza lo aveva anche multato un paio di volte per aver violato il “gag order”, che gli vietava di attaccare lo staff giudiziario e i testimoni. 

Il giudice, che ha già stabilito in settembre che Trump è responsabile di frode, dovrà entro fine mese quantificare la sanzione. L’accusa ha chiesto 370 milioni di dollari di “guadagni illeciti”, ben oltre i 250 milioni finora ventilati, e l’interdizione dell’ex presidente dall’attività imprenditoriale nell’Empire State.

Si tratterebbe di un colpo durissimo all’impero del tycoon e alla sua immagine di imprenditore di successo nel pieno della campagna elettorale.