VALPARAISO – Proseguono le proteste dei pescatori artigianali in Cile, per via della dilazione della discussione in Parlamento sulla nuova Legge della pesca, che considerano una manovra politica a favore delle grandi industrie ittiche. 

Il 25 marzo, i pescatori avevano marciato davanti al Congresso, con scontri con la polizia, che in quell’occasione ha usato gas lacrimogeni e idranti per disperdere la folla. Quattro manifestanti sono stati arrestati con accuse di disordini pubblici e violazione delle leggi sulle armi e un carabiniere è rimasto ferito a una gamba. 

Il 27 marzo i pescatori hanno bloccato il porto di San Antonio, impedendo l’ingresso e l’uscita delle imbarcazioni. A Valparaíso, l’Armata cilena ha represso i manifestanti con proiettili di gomma e idranti, ferendo tre pescatori e arrestando quattro persone. 

Le proteste nascono dalla storica disparità tra la pesca artigianale e le grandi industrie. Hernán Cortés, presidente del Condepp (Consiglio nazionale per la difesa del patrimonio della pesca), denuncia le pressioni dei grandi conglomerati per mantenere privilegi consolidati.  

La Legge di frammentazione, presentata nel settembre 2024 dal governo Boric, mirerebbe a una distribuzione più equa delle quote di pesca. Tuttavia, secondo Hugo Poblete, presidente della Federazione dei pescatori artigianali di Bahía Narau, il Senato ha ridotto arbitrariamente le quote artigianali senza un adeguato dibattito.  

I pescatori temono che la riforma così modificata possa consentire il ritorno della pesca a strascico per il calamaro rosso (jibia), mettendo a rischio l’ecosistema marino. 

Le manifestazioni in Valparaíso, Maule e altre calette del Paese dimostrano la crescente esasperazione dei pescatori, che da oltre un decennio lottano per una distribuzione più equa delle quote di pesca. L’attuale sistema favorisce le “7 famiglie” del grande capitale ittico, lasciando migliaia di famiglie in precarietà economica. 

I pescatori chiedono una nuova ripartizione delle quote di pesca che riduca i vantaggi delle grandi industrie e favorisca la pesca artigianale. La riforma in discussione riguarda 18 specie, tra cui acciughe, sardine, merluzzi e calamari. 

La mancata approvazione della riforma in commissione Finanze ha aumentato il sospetto tra i pescatori, alimentando il timore di pressioni delle grandi aziende. In particolare, stanno contestando la posizione del senatore Felipe Kast (Evópoli), accusandolo di ostacolare il processo legislativo. 

La possibile ulteriore posticipazione della votazione, fino a due settimane, ha portato i pescatori ad annunciare nuove mobilitazioni. Alcuni settori della pesca artigianale hanno però deciso di riprendere temporaneamente le attività.  

La Federazione Nuevo Amanecer ha annunciato la ripresa del lavoro in alcune calette, tra cui Portales e El Membrillo a Valparaíso. Pedro Tognio, presidente del Sindacato dei pescatori di Caleta Portales, ha dichiarato che il settore valuterà nuove azioni a seconda degli sviluppi della discussione parlamentare.  

Nel frattempo, nel porto di San Antonio, i pescatori hanno deciso di mantenere la protesta.