SANTIAGO DEL CILE - Il bilancio ufficiale delle vittime degli incendi nella parte centrale del Cile è salito a 131, lo ha fatto sapere l'organizzazione nazionale che si occupa della gestione dei corpi. Di questi, ha sottolineato il Sml, solo 35 sono stati identificati attraverso esami biometrici e test del Dna. Ugualmente, è stato comunicato che fino a oggi alle 12 (le 16 in Italia), le équipe mediche e tecniche hanno effettuato 82 autopsie. Da venerdì il paese è colpito dagli incendi che stanno interessando le città costiere di Valparaíso e Viña del Mar.
Gli Stati Uniti hanno offerto il proprio aiuto. "Jill e io - ha dichiarato il presidente Joe Biden in una nota diffusa dalla Casa Bianca - siamo profondamente rattristati dalla perdita di vite e dalle devastazioni provocate da questo terribile incendio in Cile. La mia amministrazione è in contatto con i partner cileni. Gli Stati Uniti sono pronti a provvedere l'assistenza necessaria al popolo cileno. Gli Stati Uniti sono al fianco del Cile in questo momento difficile".
"È la più grande tragedia che abbiamo avuto dal terremoto del 2010", ha spiegato il presidente Gabriel Boric, riferendosi al terremoto di magnitudo 8.8, seguito dallo tsunami che si è verificato il 27 febbraio 2010, causando oltre 500 morti. Intanto sono stati indetti due giorni di lutto nazionale.
È un disastro senza precedenti, la regione di Valparaiso non ha mai vissuto una crisi di questa portata", ha dichiarato Macarena Ripamonti, sindaco della famosa località balneare Viña del Mar. I forti venti hanno alimentato le fiamme e una coltre di fumo nero ha ricoperto le strade, dove le esplosioni si sono susseguite. Sono stati emessi ulteriori appelli all'evacuazione, anche se non è stato possibile determinare quanti residenti siano rimasti nelle loro case.