La 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si è appena conclusa, lasciandoci come sempre una scia di emozioni, riflessioni, e inevitabili polemiche. Anche quest’anno, tra capolavori, sorprese e delusioni, alcuni nomi hanno brillato, altri si sono spenti. Tra i primi Toni Servillo, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, una presenza magnetica e profondamente umana che giganteggia nel ruolo del presidente della Repubblica tormentato dal dubbio morale in La Grazia di Paolo Sorrentino, raffinato e sobrio con un’estetica già nota ma sempre efficace. Gli altri film italiani in concorso (Sotto le nuvole, Duse, Elisa, Un film fatto per Bene) un quartetto variegato, ambizioso e pieno di promesse: dal documentario poetico di Gianfranco Rosi, Sotto le nuvole, Premio speciale della Giuria, alle biografie e introspezioni femminili in Duse ed Elisa, fino al metacinema provocatorio di Maresco (Un film fatto per Bene).

L’Italia si conferma dunque protagonista anche con numerosi titoli fuori concorso, proposte forti, autoriali e con retoriche cinematografiche diverse, con la migliore interpretazione femminile a Benedetta Porcaroli, protagonista in Il rapimento di Arabella di Carolina Cavalli, e la migliore interpretazione maschile a Giacomo Covi per Un anno di scuola di Laura Samani. E in occasione dell’evento parallelo Filming Italy Venice Award 2025, sono stati assegnati alcuni riconoscimenti speciali dedicati al cinema italiano, celebrando talento, carriera e interpretazioni memorabili, che hanno premiato tre protagonisti d’eccezione: il regista Marco Bellocchio, che ha ricevuto il prestigioso titolo di “Maestro del Cinema Italiano”; Fabrizio Gifuni, premiato come Miglior attore protagonista in un film drammatico per Il tempo che ci vuole, diretto da Francesca Comencini; Micaela Ramazzotti, miglior attrice protagonista in una commedia per la sua interpretazione in 30 notti con il mio ex.