BUENOS AIRES - Un’associazione, dedicata principalmente alla promozione della cultura italiana e del dialetto Friulano, che organizza anche numerose attività sportive e culturali, tra cui corsi di altre lingue straniere e incontri letterari.

Per l’apertura è stata scelta a proiezione del film “Mafioso” del 1962 con Alberto Sordi, ambientato in Sicilia e quindi accompagnato da una cena tipicamente siciliana: caponata, pasta alla norma e brioche con gelato.

Ogni mese nella sala principale verrà presentato e proiettato un film italiano, seguito da una cena a base di piatti tipici del Bel Paese. Il menù cambierà a seconda del film, proponendo quindi piatti tipici di diverse regioni italiane, considerato che, come detto, uno degli obiettivi dell’associazione è promuovere la cultura italiana in tutta la sua diversità.

Oltre alle lezioni di friulano si offrono infatti corsi di Italiano intensivi, pensati per imparare la lingua in modo più intuitivo, con lo scopo di acquisire una base di conoscenze indispensabile per viaggiare in Italia. Ogni quindici giorni si può anche partecipare al “Cappuccino letterario”, un incontro organizzato dalla professoressa Patrizia Marcheselli dove, in lingua italiana, si discute di letteratura contemporanea.

La sede dell’associazione è una bellissima struttura di importanti dimensioni nel quartiere di Devoto, una zona che, nonostante sia lontana dal centro della città, gode di una vivace vita sociale, con attività di ristorazione e commerciali molto frequentate. Il salone principale della sede dell’associazione ha un bellissimo mosaico sulla parete con il sole della bandiera argentina e l’aquila della bandiera Friulana.

Per l’associazione è stato difficile gestire l’edificio durante i due anni di pandemia, durante i quali per molti mesi in Argentina non sono stati permessi gli eventi associativi e i momenti di aggregazione. È stata comunque un’opportunità di rinnovamento e grazie alle proposte di corsi a distanza, nuove persone da altre parti del Paese e del mondo hanno potuto accedere alle lezioni di Friulano, rendendo possibile la partecipazione dalla Spagna, dagli Stati Uniti e anche dalla stessa Italia.

La digitalizzazione ha consentito di mantenere le attività e il legame con i soci, riuscendo a convocare anche un pubblico più giovane, discenti di terza, quarta e addirittura quinta generazione.

Ad esempio, il socio Leonardo Atilio Giavedoni, discendente friulano di prima generazione che, avendo cominciato a studiare la lingua nel 2020, l’anno scorso ha avuto menzioni speciali nel concorso di poesia di Pordenone e nel concorso letterario Caterina Percoto con una poesia ed un racconto breve in Friulano. “È grazie al lavoro dell’associazione che insegna non solo la lingua ma anche la tradizione letteraria e la storia della regione”, spiega Leonardo.

Venerdì sera era anche presente il cantautore Dario Zampa, presentato da Eduardo Dino Baschera, presidente dell’associazione, come “la seconda bandiera friulana”, il primo negli anni 70’ a incidere un disco interamente in lingua friulana. L’artista ci ha raccontato che per lui la lingua è una parte importante dell’identità del Friuli, intrinsicamente legata alla cultura del territorio, alle tradizioni musicali e culinarie. È per questo che considera importante che venga trasmessa alle nuove generazioni, anche a quelle che, nonostante abitino in paesi lontani, si sentano vicine alle tradizioni delle famiglie di origine, per promuovere la diversità culturale e le particolarità delle lingue minoritarie.

D’altronde dare valore alle proprie radici è fondamentale per portare rispetto anche alle tradizioni di altri popoli.