SYDNEY - Il 2024 ha segnato la prima partecipazione dell’Australia al Trofeo CONI, un evento multisportivo rivolto ai ragazzi sotto i 14 anni. La manifestazione, nelle sue edizioni – estiva e invernale –, viene organizzata in collaborazione con gli Organismi Sportivi del CONI con l’obiettivo di valorizzare l’attività sportiva e la sua importanza nel percorso di crescita individuale di ogni ragazza e ragazzo.

Ogni anno, migliaia di giovani atleti si sfidano nelle diverse competizioni regionali rappresentando la propria Regione alla Finale Nazionale del Trofeo CONI, gareggiando e socializzando con altri giovani che provengono da tutta Italia e, più recentemente, dai Paesi con una forte presenza di emigrazione italiana. 

Il torneo, che si ispira al format delle Olimpiadi, ha visto in quest’edizione la partecipazione di 4.500 atleti italiani, rappresentanti delle rispettive Regioni, e di squadre provenienti da Stati Uniti, Argentina, Brasile e, per la prima volta, Australia. 

“È stato un gesto bellissimo quello del CONI di includere Paesi con un forte legame migratorio italiano, come l’Australia, per rafforzare i legami con le comunità italo-discendenti di tutto il mondo”, ha dichiarato Thomas Camporeale, direttore del Co.As.It. di Sydney, che ha guidato la rappresentanza australiana in Sicilia.

Con il sostegno del senatore Francesco Giacobbe, il Co.As.It. ha selezionato una squadra di otto giovani atleti italo-australiani, per rappresentare il Paese nella competizione. 

Sebbene il CONI avesse limitato la partecipazione a un solo sport per questa prima esperienza, la squadra australiana ha scelto il calcio, composta da: Allegra Tesoro, Diego Frontini, Gabriel Frontini, Lucia Moschella, Massimiliano Danieletto, Peter Licciardello, Roman Murtagh e Samuele Facibeni.

Dopo la cerimonia di apertura presieduta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la squadra è scesa in campo a Catania, dove i ragazzi hanno giocato con grande entusiasmo e, nonostante non abbiano conquistato la finale, hanno comunque ottenuto una medaglia, a ricordo di un’esperienza memorabile.

“Abbiamo dato il massimo, ed è questo che conta”, ha sottolineato Camporeale. 
Oltre all’aspetto sportivo, i giovani atleti hanno vissuto un’esperienza culturale unica. Grazie al progetto Turismo delle Radici, promosso dal Ministero degli Affari Esteri, il gruppo ha avuto l’opportunità di visitare luoghi iconici della Sicilia, esplorando anche città legate alle proprie origini familiari.

“Alcuni dei nostri atleti non erano mai stati in Italia. È stato emozionante vedere come questa esperienza li abbia incoraggiati a connettersi con le proprie radici italiane”, ha raccontato Camporeale. 

Molti dei ragazzi non avevano mai lasciato l’Australia, e questo viaggio ha rappresentato una straordinaria opportunità per incontrare parenti, scoprire le loro origini e vivere l’atmosfera unica del Bel Paese.

“È stata un’esperienza incredibile, organizzata in modo impeccabile. Abbiamo amato ogni minuto e speriamo di partecipare di nuovo il prossimo anno”, ha aggiunto Camporeale. L’iniziativa del CONI e la partecipazione australiana al suo Trofeo dimostrano quanto lo sport possa essere un potente strumento di connessione tra culture e generazioni. Per questi otto giovani, il viaggio in Sicilia non è stato solo una competizione, ma una celebrazione della loro identità italo-australiana.