CANBERRA - Il controverso senatore del Queensland Gerard Rennick, che ha clamorosamente rassegnato le dimissioni dal Partito liberal-nazionale (LNP) domenica, intende registrare un nuovo movimento politico, “per reintrodurre nel dibattito politico in vista delle elezioni le questioni ‘pane e burro’, che sono essenziali per gli elettori”.

In un comunicato postato sui social media lunedì, il senatore Rennick ha scritto: “Ieri mi sono dimesso dall’LNP, e intendo candidarmi come indipendente alle prossime elezioni, per continuare a lottare per gli australiani”.

“Per essere capolista per il Senato devo istituire un nuovo Partito che vorrei chiamare People First”, ha aggiunto, inserendo nel messaggio il link del partito, sottolineando che il sito del People First Party, sarà presto finalizzato.

Rennick ha detto che chiederà l’approvazione della Commissione elettorale australiana per registrare il Gerard Rennick People First party.

Il dissidente ha rivelato al Sydney Morning Herald di non sapere quanto tempo gli rimarrà al Senato rimarcando di preferire “impiegare quel tempo per parlare di cose serie, importanti, invece di giocare al gioco delle pulci”.

Il senatore era stato estromesso all’LNP del Queensland, dalle operazioni di preselezioni per le prossime elezioni, nel giugno del 2023, e il suo tentativo di sollevare “gravi irregolarità”, presso la Corte suprema, era stato respinto dal giudice lo scorso giugno.

Eletto per la prima volta nel 2019, il senatore Rennick, è assurto agli onori della cronaca per la sua posizione anti-vaccini durante la pandemia da Covid 19, che lo aveva messo in contrapposizione con il governo Morrison.

In un intervento al senato, la scorsa settimana Rennick ha detto che gli è stato negato l’accesso alle preselezioni per aver difeso i diritti degli australiani: Sono lieto di perdere la mia posizione se ciò mi darà l’opportunità di rappresentare gli australiani, e mettere la gente al primo posto”.

Il senatore Rennick è il quarto parlamentare della coalizione a rassegnare le dimissioni, rimangono alla Camera o al Senato come indipendenti, dal 2022.