A 91 anni, se sei Clint Eastwood, ti può capitare anche questo: essere celebrato come se non ci fossi più da colleghi, attori e registi, che ti raccontano con rispettoso amore e valutano anche la tua eredità. Dalle storie d’amore ai thriller polizieschi pieni di polvere da sparo, fino a Sergio Leone e gli “spaghetti western” che in realtà lo lanciarono anche sul mercato americano con la “trilogia del dollaro” in cui l’attore era semplicemente “l’uomo senza nome”.

“Leone non parlava inglese e io non parlavo italiano quando ci siamo conosciuti - racconta Eastwood- . Quindi ce la siamo cavata con il linguaggio dei gesti dove lui, essendo italiano, se la cavava molto meglio di me”. E ancora: “Cosa ho preso da lui? Era bravissimo nei paesaggi, sapeva come esaltarli, ma soprattutto era estremamente audace, coraggioso, non ha mai avuto paura di provare qualcosa di nuovo, di mai fatto al cinema. Mi ha influenzato come regista in tante cose e sicuramente per il suo sguardo e la sua ironia. Con lui è stata comunque una grande avventura”.

Tra i suoi registi di riferimento poi Don Siegel: “Don è stato sicuramente quello che ha avuto la più grande influenza su di me. Era capace di fare un sacco di film, ma non di rimediare un budget decente. Nonostante questo riusciva a fare cose molto belle”. Una cosa che deve aver davvero influenzato Eastwood se Steven Spielberg dice di lui: “È uno che fa sempre le cose nei tempi previsti e rientra sempre nel budget. È una cosa che ammiro e che cerco di fare ogni volta nei miei film senza riuscirci”.

Tornando ai numeri, oltre ai 91 anni d’età, Eastwood può vantare due premi Oscar per la miglior regia, uno alla memoria Irving G. Thalberg e due come miglior film, un Premio César, sei Golden Globe e quattro David di Donatello. Ha interpretato poi oltre 60 film incassando in totale più di 1,68 miliardi di dollari USA, con una media di 37 milioni di dollari.