ROMA - “La povertà assoluta delle famiglie risulta in costante crescita, dal 6,2% nel 2014 all’8,5% del 2023, il che costituisce il principale indicatore di disuguaglianza sociale”, si legge nella Relazione sui servizi pubblici 2024, elaborata dal Cnel. 

La relazione prosegue spiegando che “nel 2019 si era osservata una riduzione in concomitanza dell’introduzione del Reddito di cittadinanza annullata poi nel 2020, a seguito delle misure restrittive del periodo pandemico e, successivamente, della forte accelerazione dell’inflazione”. 

Il fenomeno della povertà assoluta, sottolinea il Cnel, “riguarda soprattutto le famiglie numerose (20,3%) e le famiglie di stranieri (35,6%)”. 

Nella Relazione viene dedicato un Focus alla transizione dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione (ADI) e al Supporto per la Formazione e il Lavoro che “evidenzia la continua tensione tra politiche universalistiche e approcci categoriali”.  

Secondo il Consiglio, l’Assegno di Inclusione “rappresenta un “tentativo di razionalizzazione”, ma pone questioni rilevanti sulla capacità del sistema di welfare di “fornire un supporto adeguato a tutti i cittadini, specie ai gruppi più vulnerabili come i cosiddetti occupabili e le persone senza dimora”.