WASHINGTON - Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha affermato che la crisi climatica si risolve fermando “l’estrazione di petrolio, carbone e gas”, in un discorso davanti al Forum indigeno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu).

Quest’anno il Forum ha discusso di ‘Popolazioni indigene, salute umana, salute planetaria e territoriale e cambiamento climatico: un approccio basato sui diritti’.

“L’equilibrio climatico è danneggiato”, ha avvertito Petro, che ha fatto della conservazione sull’ambiente e sulla “pace totale” nel suo Paese i principali assi della sua amministrazione.

Il presidente ha denunciato “i Paesi che si dedicano alla guerra” e ha chiesto “misure pragmatiche” che passino attraverso la pace nel mondo, oltre a “decisioni per un transito immediato verso economie decarbonizzate”.

“Credo sia imperativo che gli Stati possano essere rafforzati, che la capacità di pianificazione possa garantire i fatti che in un decennio dobbiamo prendere per diventare economie decarbonizzate, senza petrolio, senza carbone”, ha continuato.

Da un’altra parte, il mandatario ha proposto di “cambiare il debito per l’azione per il clima” in modo che gli Stati possano ridurre il proprio indebitamento e creare “uno spazio finanziario pubblico” che aiuti a “pianificare azioni concrete per risolvere gli assi centrali che stanno producendo la crisi climatica”.

Petro ha avvertito che “se la giungla amazzonica scompare, non solo scompare l’acqua che in Colombia bevono più di 50 milioni di abitanti, ma scompare anche buona parte dell’esistenza umana”.

Inoltre, ha evidenziato il lavoro delle popolazioni indigene per conservare gli ecosistemi in tutto il mondo.

“Gli indigeni possono prendersi cura della terra meglio di qualsiasi altra cultura. Ecco perché abbiamo ampliato, e questo governo lo farà in maniera ancora più approfondita, l’estensione delle riserve sulla giungla, su parti del territorio nazionale, su luoghi dove l’acqua è vulnerabile”, ha affermato il presidente.