BOGOTÁ – Il Senato della Colombia ha approvato in via definitiva la riforma del lavoro voluta dal presidente Gustavo Petro, con 57 voti a favore e 31 contrari, nel quarto e ultimo dibattito tenutosi martedì scorso.  

Ora una commissione del Congresso ha tempo fino a venerdì 20 giugno per conciliare le versioni del Senato e della Camera, dopodiché la legge potrà essere trasmessa al capo dello Stato per la promulgazione. 

Tra le principali misure, la riforma prevede un aumento progressivo del pagamento del lavoro domenicale e festivo: 80% nel 2025, 90% nel 2026 e 100% nel 2027. La fascia notturna inizierà alle 19:00 e sarà in vigore sei mesi dopo l’entrata in vigore della legge. 

Sul fronte della flessibilità oraria, l’aula ha eliminato il paragrafo dell’articolo 12, relativo alla proposta di giornate 4x3 (quattro giorni di lavoro e tre di riposo). Resta la possibilità di organizzare le 42 ore settimanali in modo flessibile, distribuite su sei giorni, con un giorno di riposo obbligatorio, anche coincidente con la domenica. 

La plenaria ha inoltre sancito il carattere di contratto di lavoro per l’apprendistato del Sena (l’agenzia dello Stato che si occupa di formazione al lavoro): gli apprendisti percepiranno il 75% del salario minimo nella fase di formazione e il 100% in quella pratica, con accesso alla previdenza sociale (salute, pensione, incidenti sul lavoro), premi e ferie. Per ogni apprendista non assunto, i datori di lavoro dovranno pagare una multa mensile equivalmente a 1,5 salari minimi. 

Approvata anche la regolarizzazione di madri comunitarie, in particolare le donne che si occupano di preparare e distribuire il cibo del Programma di alimentazione scolastica, che verranno considerate lavoratrici formali,  misura che entrerà in vigore 12 mesi dopo l’approvazione del progetto. Una volta contrattate in modo regolare, però, non riceveranno più i sussidi precedenti. 

Per quanto riguarda il pagamento a ore, la proposta di eliminare gli articoli 37 e 38 — relativi al lavoro part-time e alla figura di unità di lavoro speciale — ha avuto un esito incerto e solo a una seconda votazione, con 54 voti, è stata esclusa dal testo. L’unità dei lavoro speciale è una figura giuridica a tutela dell’impiegato con la quale, nonostante vi siano diversi contratti e con datori di lavoro formalmente distinti, l’attività svolta si riconduce a un unico rapporto di dipendenza. Serve a evitare la terziarizzazione selvaggia. 

Il presidente Gustavo Petro ha esultato per l’approvazione, definendola “un passo storico verso un lavoro dignitoso, nel rispetto dei principi dell’Organizzazione internazionale del lavoro”.  

Eppure la tensione tra il governo e il Parlamento non è svanita: nei mesi scorsi Petro aveva già cercato di convocare un referendum popolare sulle sue riforme sociali, suscitando le critiche dell’opposizione. Ora il futuro della legge dipende dall’esito della conciliazione. 

Nel frattempo, il capo dello Stato ha ribadito su X che la sua proposta di una consultazione popolare rimane in piedi “fino alla votazione di conciliazione del progetto”, evocando l’ipotesi di un referendum, qualora la commissione incaricata dovesse ostacolare l’entrata in vigore della riforma.