BEIRUT - Quattro militari italiani della missione UNIFIL sono rimasti feriti da schegge di vetro dopo che la base nel sud del Libano dove si trovavano è stata colpita. 

I quattro, secondo quanto si apprende da fonti di governo, non sarebbero in pericolo di vita, e sono in corso le indagini per stabilire la dinamica di quanto accaduto. 

Secondo una prima ricostruzione, i soldati sono rimasti leggermente feriti a seguito dell'esplosione di due razzi da 122 millimetri che hanno colpito la base Unp 2-3 di Shama. È stato centrato un bunker della base, che non ha ceduto, e un locale nei pressi della polizia militare internazionale, provocando danni alle infrastrutture circostanti. Alcuni vetri, a causa dell'esplosione si sono frantumati colpendo i quattro militari. 

I feriti sono quattro caschi blu della Brigata Sassari, che ha assunto il comando del contingente italiano e del settore Ovest della missione ad agosto scorso e rimarrà nell'area operativa sino a febbraio. I cosiddetti “dimonios” appartengono al Comando Brigata, al 151/o Reggimento fanteria, al Reggimento logistico, al 5/o Reggimento genio guastatori di Macomer e al 45/o Reparto Comando e Supporti Tattici “Reggio”.  

“Dovrebbero essere due missili, da quello che si vede, lanciati da Hezbollah. Ancora una volta, è inaccettabile quello che sta accadendo”, ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Torino, aggiungendo che “così come abbiamo detto a Israele di prestare la massima attenzione, diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah che i militari italiani non si possono toccare. Se pensano di continuare a fare danni alle basi italiane hanno sbagliato”.  

Da quanto riferisce il ministro, i soldati italiani si trovano ora nei bunker, e per quanto il pericolo sembra essere cessato, continuano a prestare la massima attenzione. “Noi continueremo a lavorare perché possano svolgere sempre di più un ruolo di portatrici di pace”, ha affermato Tajani, che conclude: “Noi siamo fieri e vicini a tutti i nostri militari che sono impegnati in Libano, sono la parte migliore del nostro Paese e sono vicino a tutti coloro che indossano l'uniforme e sono impiegati in missione all'estero”.  

Anche la premier, Giorgia Meloni, ha espresso la sua “profonda indignazione e preoccupazione” per la notizia, e ribadisce che “tali attacchi sono inaccettabili. Le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di UNIFIL e collaborino per individuare in tempi brevi i responsabili”, è l’appello del presidente del Consiglio.  

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha affermato di voler parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano per chiedergli di evitare l'utilizzo delle basi Unifil come scudo, “cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi”, specifica.