BUENOS AIRES - La Camera dei Deputati argentina ha inflitto oggi un colpo politico di grande rilevanza al presidente Javier Milei.
Con 172 voti favorevoli, 73 contrari e 2 astensioni, i legislatori hanno approvato l’insistenza sulla legge che dichiara l’emergenza nazionale in materia di disabilità, ribaltando per la prima volta un veto presidenziale.
Con il termine insistenza, si intende la volontà del Parlamento di procedere all’approvazione di una legge (come da articolo 83 della Costituzine), nonostante in veto presidenziale: un azzardo, perché la norma non passa con i 2/3 di ogni Camera, dovrà ricominciare da capo l’iter legislativo. Ma questa volta la maggioranza è stata raggiunta, almeno alla Camera.
La sessione è proseguita trattando altri nove punti “sensibili” per il governo, tra cui l’aumento delle pensioni, il trasferimento di fondi dal Tesoro nazionale alle singole province e un nuovo regolamento per sbloccare la commissione speciale che investiga il caso $LIBRA.
Si tratta di un nuovo scacco per l’amministrazione libertaria, che vede messa in discussione, come mai prima, la propria politica economica, uno degli emblemi con cui Milei intende affrontare la campagna elettorale per il controllo della Provincia di Buenos Aires.
Con questo voto, il Presidente assiste al progressivo sgretolarsi di quello che fino a ieri presentava come il suo “scudo parlamentare”.
La sessione si è aperta con 136 deputati presenti, con l’opposizione determinata a segnare un passaggio decisivo e a mostrare la vulnerabilità del Governo in Congresso.
A dare il quorum sono stati anche tre deputati del blocco libertario, da tempo in contrasto con la linea ufficiale del partito, che sono entrati nel recinto e si sono seduti insieme, mostrando pubblicamente la propria posizione di dissenso rispetto alla linea ufficiale del governo.
Nella riunione preparatoria, la maggioranza di governo si è opposta alla richiesta di Unión por la Patria (Up) di posticipare l’inizio della sessione per i ritardi dei voli di alcuni legislatori e ha respinto anche la proposta di un procedimento rapido, optando invece per un dibattito lungo, nella speranza che le ore facessero calare il quorum.
La strategia libertaria di diluire i tempi per ora non ha funzionato: l’opposizione ha mantenuto la compattezza e ha accelerato verso un risultato che segna un precedente istituzionale.
Neppure l’annuncio del portavoce presidenziale Manuel Adorni, che a mezz’ora dall’inizio della sessione ha fatto sapere su X che l’Esecutivo stava considerando un aumento delle prestazioni per la disabilità, è riuscito a spezzare l’unità del fronte avversario.
Il voto finale apre un capitolo delicato per il governo: l’opposizione ha dimostrato di poter incrinare la forza parlamentare dell’esecutivo e di riuscire a incidere direttamente su uno dei simboli del progetto politico del presidente.