Per l’evento tv della stagione, la nuova miniserie su Sandokan, c’è una data: dicembre. “È una bomba d’adrenalina, intelligente, con un enorme lavoro di scrittura durato due anni. Sarà un romanzo d’avventura che speriamo unisca tante generazioni, chi è cresciuto con il Sandokan di Sollima del 1975 e con le letture di Emilio Salgari e i giovani spettatori di oggi”, ha detto Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, annunciando la data di messa in onda su Rai1 della prima delle quattro puntate della produzione, che sarà successivamente visibile con Il Globo Tv in streaming su Rai Italia. Prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction, Sandokan, con Can Yaman protagonista, è distribuita in tutto il mondo.
Al festival Marateale, in un confronto tra Ammirati e Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, quest’ultimo ha rivelato che un progetto cinema su Sandokan era arrivato anche a lui. “Avevamo la sceneggiatura già scritta e tenuta nascosta. Qualche giorno dopo la Lux ha annunciato Sandokan e noi abbiamo dovuto rinunciare. Tra l’altro uno dei due registi, Nicola Abbatangelo - l’altro è Jan Maria Michelini -, era lo stesso autore della nostra sceneggiatura”. Rai Cinema e Rai Fiction sono evidentemente complementari e distinti, ma con una missione unica, “quella del racconto del Paese”, ha sottolineato Del Brocco, che talvolta crea anche un’osmosi come nel caso del prequel della serie fenomeno Mare Fuori, di cui è sul set la sesta stagione: “Il film Io sono Rosa Ricci, diretto da Lydia Patitucci con la stessa attrice rivelazione della serie, Maria Esposito, arriverà nelle sale con 01 Distribution alla fine di ottobre”.
Ammirati ha anche annunciato per novembre l’arrivo sul set della guest star di Un Posto al Sole Whoopi Goldberg. “C’è stato tutto un giro di amicizie, Goldberg vedeva la serie per imparare l’italiano, era una grande fan apprezzando particolarmente la caratteristica unica di questa soap ossia il suo essere agganciata alla realtà corrente, cosa rara. Così il suo agente ha contattato Patrizio Rispo, l’attore che fa da sempre il portiere dello stabile, è nata un’amicizia e da lì si è messa in moto quest’avventura. Ora - ha proseguito Ammirati - stanno scrivendo il suo personaggio e si sta organizzando l’arrivo dell’attrice di Sister Act per le riprese a novembre”.
Ammirati ha sottolineato il grande cambiamento in atto nella fiction Rai che frequenta il period drama ma abbraccia la realtà come ad esempio nella serie La Preside, dedicata alla preside di Caivano, Eugenia Carfora, un esempio di resilienza attiva contro la dispersione scolastica e l’educazione (interpretata da Luisa Ranieri) e Noi del Rione Sanità con Carmine Recano di Mare Fuori, che interpreta il prete coraggio don Antonio Loffredo. “Due titoli che raccontano un Sud pieno di energia, di voglia di rinnovamento - ha detto Ammirati - il nostro sforzo è di smarcarci dai cliché, dalle rappresentazioni stereotipate. E in questo c’è anche la volontà di fare continuamente scouting di nuovi registi, autori e attori, ci prendiamo dei rischi ma la soddisfazione è grande”.
Nuovi esempi con giovani protagonisti sono Dario Aita (visto in Parthenope di Sorrentino) che sarà Franco Battiato nel film Tv Franco, il lungo viaggio e Giuseppe de Domenico (visto in Vermiglio di Maura Delpero) che sarà il magistrato beato Livatino nella fiction Il giudice e i suoi assassini. Paola Minaccioni, a teatro sold out con Elena la matta, protagonista al cinema nel corale cast Diamanti di Ferzan Ozpetek, si è lamentata di un “razzismo nel cinema: se non hai una bellezza canonica non fai la protagonista”.
Ammirati cosa ne pensa: esiste o c’è una fase di vero cambiamento? “Il nostro lavoro - ha risposto - riflette sempre il mondo contemporaneo. La produzione Rai degli ultimi anni intenzionalmente non ha mai voluto seguire stereotipi. Onestamente non c’è razzismo. Se andiamo a vedere il canone classico della bellezza non esiste più e abbiamo anche abbattuto il muro dell’età delle nostre protagoniste. Siamo uno specchio del sociale, e il pubblico si rispecchia in questa diversità e complessità, altrimenti saremmo antistorici”.