Nel secolo scorso, le prime ingenti ondate migratorie dalla Sicilia videro centinaia di abitanti di Licodia Eubea, in provincia di Catania, trasferirsi a Melbourne, creando così un nuovo microcosmo comunitario dove la mancanza dei familiari rimasti in Italia veniva lenita dalla compagnia dei compaesani. Mal comune, mezzo gaudio, insomma.

Sin dagli albori del secolo scorso, infatti, i licodiani portarono non solo il dialetto siciliano in Australia, ma anche i valori di un Sud povero che si aggrappava all’unità familiare e al duro lavoro. Lasciarono tante storie che oggi vengono riscoperte come preziose per i tanti nipoti, ora adulti, alla ricerca delle proprie origini italiane.

Ce lo racconta Vicky Armao in Lombardo, con gli aneddoti su come il nonno paterno, Benedetto, le ripeteva: “‘Noi siamo licodiani e da lì veniamo’, diceva il nonno che, nonostante si considerasse australiano e parlasse inglese (imparato da autodidatta, ndr), non ha mai abbandonato le sue radici, insegnando ai nipoti l’importanza di sapere da dove proveniamo”.

Suo nonno Benedetto si trasferì in Australia nel 1926, a 32 anni, ma conobbe suo figlio Silvestro (papà di Vicky) solo nel 1939, quando era dodicenne: una storia comune, come racconta Vicky, per i tanti migranti della prima metà del secolo scorso che si ricongiungevano con le proprie famiglie spesso dopo anni di solitudine. Condizione, però, che rafforzò l’attaccamento alle tradizioni: “I nonni ci insegnavano l’importanza delle celebrazioni religiose e dei rituali siciliani, legati molto alla vita contadina. Ad esempio, mia nonna mi insegnò come coltivare e raccogliere il grano, cosa che poi ho insegnato,a mia volta, a mio figlio Daniel. Così come gli ho insegnato la lingua siciliana, con la quale comunicavamo in famiglia”, continua Vicky, che parla bene in siciliano, soprattutto quando, tra un racconto e l’altro, ci regala antichi detti e metafore sicule.

Nella famiglia di Vicky, la ricerca del filo conduttore delle proprie origini spinse il cugino di sua mamma a trovare, presso il Museo Italiano del Co.As.It., dei preziosi documenti e fotografie d’epoca dove si intravedono i loro avi durante la traversata sulla famosa nave transoceanica ‘Toscana’ nel 1949. Con emozione, Vicky ci indica le foto in bianco e nero che ritraggono la mamma Giuseppina, allora 13enne, con i nonni materni Sebastiano e Vincenza Caruso, e addirittura i bisnonni Silvestro e Rosaria Lombardo.

“Vedere la mia famiglia in questa foto è stato un vero e proprio shock. Nonostante il lungo viaggio verso una nuova vita e un mondo sconosciuto, i loro sguardi erano felici perché stavano insieme”, ci fa notare Vicky, che oggi lavora presso il Licodia Eubea Social Club, non solo per passione, ma anche per riavvicinarsi alla propria cultura e mantenerla viva nelle generazioni a venire, per scoprire maggiori dettagli delle proprie origini e capire quindi ancor di più il proprio presente.

Tra i tanti racconti di famiglia, Vicky spiega la storia del papà, scomparso giovane, quando lei aveva solo due anni: “Mio padre scomparve dopo un incidente nella sua fattoria di Bunyip, nel 1960 a soli 33 anni. Fu il primo licodiano che morì in Australia e fu un evento ripreso anche da un noto quotidiano dell’epoca per via della partecipazione di ben 600 italiani durante l’affollatissima marcia funebre che partì, appunto, da Bunyip con destinazione Carlton”. Un evento che testimonia la vicinanza di una comunità che si faceva forza a vicenda anche, e soprattutto, nei momenti più bui.

“Mia madre si ritrovò a crescermi da sola a soli 24 anni, e crescendo, anche grazie alla memoria di papà, ho sviluppato l’orgoglio per la sua, e la nostra, storia”, aggiunge Vicky, che poi ci presenta Angela Modica, tesoriera del Licodia Club, che si rivela essere una biblioteca umana quando si tratta delle storie dei licodiani, recuperando e conservando negli archivi del sodalizio tutte le storie, gli articoli di giornale e gli alberi genealogici (spesso ricostruiti proprio da lei) di questa comunità tanto iconica.

Angela Modica con il marito Dominic Brasacchio durante i festeggiamenti in onore di Santa Margherita dello scorso luglio presso il Licodia Eubea Club

C’è un momento che accomuna Vicky e Angela, il quale ha risvegliato la voglia di scoprire la propria storia familiare, ovvero la perdita dei rispettivi padri, entrambi provenienti da Licodia. Racconta, infatti, Angela: “Sin dalla scomparsa di mio papà, Lorenzo, nel 2013, intrapresi queste ricerche molto approfondite sul mio albero genealogico, arrivando fino ai miei antenati siciliani nella prima metà del 1800 – quando il Regno di Sicilia, con sovranità borbonica, diveniva parte del nuovo e più vasto Regno delle Due Sicilie, con capitale a Napoli, ndr –. Purtroppo, i documenti mostrano solamente nomi e date”.

Però sono le storie che si trovano dietro date e nomi che interessano ad Angela Modica. Nella sua vita si è imbattuta migliaia di volte nelle storie della comunità italiana di Melbourne, tutte uniche e tutte importanti. Infatti, la sua famiglia fu tra le prime a istituire un’agenzia di viaggi italiana in città, la ben conosciuta Modica Travel – fondata dalla madre di Angela, Carmela –, andata avanti per ben 50 anni fino all’epilogo arrivato l’anno scorso. La commozione è forte per Angela, che ha dovuto chiudere un capitolo importantissimo, non solo per lei, ma per i tanti italiani che hanno usufruito dei servizi dell’agenzia familiare: “Purtroppo il periodo della pandemia ha dato letteralmente il colpo di grazia alla Modica Travel. Ma ancora oggi incontro persone che conoscevano l’azienda e che mi raccontano della grande generosità dei miei genitori, sempre al servizio degli italiani che, magari per emergenze familiari o lutti, si trovavano improvvisamente a dover partire per l’Italia”.

La voce di Angela si rompe per la commozione, mentre racconta della fine di questa avventura, purtroppo arrivata poco dopo la scomparsa di entrambi i genitori. Un capitolo felice che si chiude tristemente, ma che l’ha formata, donandole la giusta sensibilità per aiutare la comunità licodiana nel cercare le proprie origini: “Ogni volta che incontro qualche membro del club che non conosco, chiedo sempre del loro cognome, così da poterli aiutare a scoprire le loro origini e, magari, eventi che non conoscono e parentele inaspettate”.

Angela e Vicky ci salutano, offrendo generosamente aiuto per la comunità licodiana, qualora si stia cercando di ricostruire la storia delle proprie famiglie.