TEL AVIV – Israele attacca con l’operazione Rising Lion, l’Iran risponde con Vera Promessa 3. In meno di 24 ore, offensiva e contrattacco in un quadro ad altissima tensione, con la prospettiva di un’escalation senza fine.
La miccia si accende prima dell’alba del 13 giugno, quando il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato l’avvio dell’operazione ‘Rising Lion’, che mira a smantellare il programma nucleare iraniano e a decapitare i vertici militari del paese.
Vengono uccisi il capo di Stato maggiore, Mohammad Bagheri (sostituito da Abdolrahim Mousavi), il comandante dei Guardiani della Rivoluzione, Hossein Salami (sostituito da Mohammad Pakpour), il comandante del quartier generale centrale Khatam al-Anbia, Gholamali Rashid (sostituito da Ali Shadmani), ed il capo del settore aerospaziale dei Pasdaran, Ali Hajizadeh.
Eliminati almeno nove scienziati nucleari iraniani, tra cui l’ex capo dell’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran, Fereydoun Abbasi, ed il presidente dell’Università Islamica Azad, Mohammed Mehdi Tehranchi. Secondo il New York Times, è morto anche Ali Shamkhani, uno dei più influenti politici dell’Iran e consigliere di Khamenei.
“È in gioco la nostra sopravvivenza”, ha detto Netanyahu, che ha avvisato il presidente americano Donald Trump, prima del semaforo verde. L’offensiva si articola in diverse fasi, estendendosi ad ampie zone del Paese: non solo Teheran, ma anche i siti nucleari. Nel corso dell’attacco vengono presi di mira gli impianti di Natanz, Fordow e Isfahan. Questi ultimi subiscono “danni limitati”.
Diversa la situazione a Natanz, il più grande impianto di arricchimento dell’uranio dell’Iran: i danni non si limitano alle strutture esterne, gli effetti si avvertono ai livelli inferiori del complesso.
La risposta dell’Iran è arrivata nella tarda serata. Teheran ha lanciato almeno due ondate di missili balistici, in totale circa 100 ‘colpi’. La popolazione è corsa nei rifugi, mentre Tel Aviv veniva scossa da una serie di esplosioni. “L’Iran ha superato le linee rosse osando lanciare missili contro concentrazioni di popolazione civile in Israele”, ha detto il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz.