MILANO - La scorsa settimana l’autorità per il controllo della Borsa (Consob) ha comunicato che il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone ha rilevato un pacchetto dell’1,014% di Mediobanca tramite Istituto Finanzario 2012, di cui è socio unico. Una mossa quest’ultima  che non è una semplice acquisizione azionaria, ma che potrebbe segnare l’apertura ufficiale della battaglia, all’interno dei vertici del capitalismo italiano, per il controllo di Assicurazioni Generali, l’ultima grande cassaforte finanziaria multinazionale rimasta al sistema italiano e una delle maggiori compagnie europee.

Mediobanca, guidata dall’ad Alberto Nagel, che ha il sostegno dei fondi di investimento istituzionali, ha infatti il controllo di Generali con il 13% e quindi ha il potere di sceglierne l’amministratore delegato, che oggi è Philippe Donnet, la cui carica scadrà nella primavera 2022.

Il gruppo di italiani dentro Generali, guidato proprio da Caltagirone con il 5,65%, seguito da Leonardo Del Vecchio (4,84%) e dalla famiglia Benetton (3,98%), pare però voglia sostituire Donnet ancora prima della scadenza o comunque evitare che egli sia confermato alla guida di Generali. Per farlo dovrà però prima riuscire a incidere in Mediobanca e qui si spiega la mossa di Caltagirone, che segue il posizionamento di Leonardo Del Vecchio, con la sua finanziaria lussemburghese Delfin, che è diventato recentemente il primo azionista di Mediobanca, con una quota del 13%, ma che ha avuto il via libera della Bce a salire fino al 20%.