Professore associato di Oral Rehabilitation presso la University of Sydney e specialista in prostodonzia, Max Guazzato vanta una carriera accademica e clinica costruita con competenza e visione.
Dopo un dottorato di ricerca focalizzato sulle ceramiche dentali e un Doctor of Clinical Dentistry in Prosthodontics, si è affermato a livello internazionale per i suoi studi sui materiali estetici ad alte prestazioni, in particolare lo zirconia.
Autore di oltre trenta articoli scientifici e due libri, ha contribuito in modo sostanziale alla definizione delle linee guida cliniche nell’uso delle ceramiche dentali.
È membro del Royal Australasian College of Dental Surgeons e della Pierre Fauchard Academy, due tra le istituzioni più prestigiose del settore.
Oggi, il professor Guazzato è uno dei volti più riconosciuti dell’odontoiatria protesica contemporanea: la sua carriera si muove tra insegnamento universitario, attività clinica e sperimentazione scientifica, con un approccio multidisciplinare che unisce la precisione accademica all’innovazione tecnologica.
Una figura chiave nel panorama odontoiatrico australiano e una testimonianza viva dell’eccellenza italiana nel mondo.
Cresciuto tra Venezia e Milano, Guazzato si è avvicinato all’odontotecnica grazie alla madre, che ne aveva intuito la straordinaria manualità.
In un’Italia ancora rigidamente gerarchica e segnata da stereotipi scolastici (“un bravo bambino, ma stupido”, si sentì dire alle scuole medie), il giovane Guazzato superò la maturità con il massimo dei voti e si iscrisse a odontoiatria.
“Fu lì che la passione per il dettaglio si trasformò in vocazione”, ricorda.
Dopo la laurea e una prima esperienza accademica in Italia, nel 1998 decise di trasferirsi in Australia, spinto dal desiderio di libertà, meritocrazia e da un crescente disagio verso il clima sociale e politico italiano dell’epoca.
“Alla fine degli anni ‘80 e primi ‘90 l’Italia era avvolta da una nube di omertà e declino, tra mafia, Tangentopoli e mancanza di visione economica. Non volevo crescere figli in quel contesto”, racconta.
In Australia ha trovato un ambiente professionale stimolante e meritocratico: una volta vinta una delle 25 borse di studio per studenti stranieri offerte a livello nazionale, ha cominciato un dottorato presso la University of Sydney, pubblicando moltissimi studi e creando una rete di contatti internazionali: “In Australia bastava lavorare bene. Nessun bisogno di favoritismi o appartenenze politiche”.
Guazzato è attivo su più fronti: pratica clinica, ricerca e didattica. È stato uno dei primi in Australia a promuovere la navigazione chirurgica dinamica, una tecnologia che funziona come una sorta di GPS in sala operatoria e consente di inserire impianti dentali con una precisione di 200 micron, minimizzando rischi e complicazioni: “È un primo passo verso la robotica: il braccio robotico lavora con me e, se sto per sbagliare, mi riporta sulla traiettoria corretta”.
Oltre alla tecnologia, è nella ricerca sui materiali che ha lasciato un segno duraturo: “Le ceramiche che studiavo all’inizio degli anni 2000 non esistevano prima. Le nostre ricerche hanno definito linee guida cliniche utilizzate in tutto il mondo”.
Ama insegnare e questo, per lui, è parte integrante del mestiere: “Non puoi fare ricerca senza insegnare. E se non insegni, quello che scopri resta solo tuo. È un po’ triste”.
Dopo anni di docenza agli studenti del corso di laurea, ora si dedica prevalentemente alla formazione degli specialisti, trovando nuova linfa nel confronto con professionisti già esperti.
L’approccio professionale che lo distingue nasce anche dalla formazione italiana, che giudica “eccellente, quando sono arrivato in Australia, il livello tecnico medio mi sembrava molto rilassato in confronto a Milano. Ero avanti, e questo è stato un vantaggio”.
Molto legato alle proprie origini, organizza ogni anno insieme alla moglie (anch’essa odontoiatra) un seminario nelle Dolomiti per colleghi australiani: “Voglio far conoscere un’Italia diversa da pizza e mandolino. Lì vedono le Alpi e la cultura della montagna. È un’immersione in un’altra Italia, ricca e autentica.»
Ricorda con poca nostalgia, però, il clima competitivo e ostile del secondo master, dove “l’odio veniva usato come strumento per spingerti al limite”.
Ma oggi, da docente, ha scelto un approccio opposto: “Abbiamo una cultura molto più paterna. Aiutiamo gli specialisti a raggiungere il loro potenziale”.
Il suo tratto distintivo, dice, è sempre stato la voglia di essere utile: “Anche a casa non riesco a stare fermo: se mia moglie cucina, l’aiuto o cucino io. Voglio contribuire”.
Una filosofia che si traduce in un impegno professionale costante, acceso da una passione sincera, non dallo status.
A chi si affaccia oggi alla professione consiglia di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà iniziali: “Alcune cose che sembrano vita o morte, con il tempo si rivelano irrilevanti. Meglio lasciarle andare, la cosa più importante è fare bene il proprio lavoro per essere al servizio dei propri pazienti”.
Ed ecco che con una dedizione del genere e il grande desiderio di aiutare il prossimo, non meraviglia che il prof. Guazzato sia un’eccellenza italiana all’estero. Non solo come odontoiatra, ma come esempio d’umanità.