“Direi che non è stata la fortuna ad accompagnarmi in questo percorso di vita in Australia, quanto la determinazione, la perseveranza e il coraggio di credere in me stessa e la forza di guardare al di là degli ostacoli”. Queste, le parole di Giuseppina Graziano, insegnante e artista italiana, a proposito della scelta che, quattordici anni fa, l’ha spinta a lasciare la sua terra natìa per raggiungere il ‘Nuovissimo Continente’. Nata nel 1983 a Portici, un Comune vicino Napoli, Giuseppina ha trascorso la sua giovinezza immersa nella cultura, nelle lingue straniere e nella ricerca di se stessa attraverso l’arte. Il suo viaggio verso l’Australia è iniziato nel 2010, quando ha vinto una borsa di studio – tramite un concorso bandito dal Co.As.It. in collaborazione con il governo italiano e l’Università La Sapienza di Roma - per lavorare come assistente di lingua italiana in una scuola secondaria a Melbourne. “All’epoca della mia candidatura al bando, mi ero da poco laureata alla specialistica e lavoravo come traduttrice finanziaria presso ‘Dow Jones’ e ‘Classe Editori’ a Milano, ma il mio desiderio più grande era quello di fare un’esperienza all’estero in un Paese di lingua inglese per poter migliorare le mie abilità linguistiche, ma anche per fare un’esperienza di vita e di crescita personale”, ha raccontato l’artista.

Ciò che doveva essere un’esperienza temporanea si è trasformata, però, in una nuova vita all’estero, guidata dalla sua determinazione a perseguire la sua carriera e il suo desiderio di crescita personale. “Sono partita veramente all’avventura, con informazioni, a dir poco, minime. Arrivo a Melbourne, quartiere e scuola di destinazione da definirsi sul posto, al Co.AS.It. Tutto il resto era un grande punto interrogativo, ma quell’esperienza mi entusiasmava così tanto che non contemplavo affatto la possibilità che qualcosa potesse andare storto. E avevo ragione, perché mi trovo ancora qui a Melbourne, in questa bellissima città che da anni, per me, è casa”.

Giuseppina ha una solida formazione accademica nel campo della traduzione, con una laurea triennale e una laurea specialistica in traduzione tecnico-scientifica. Tuttavia, il suo viaggio non si è limitato all’ambito accademico. Dopo essersi trasferita in Australia, infatti, ha completato ulteriori studi per diventare insegnante, ottenendo un diploma di laurea in insegnamento e apprendimento. 

“A spingermi a restare è stata proprio l’esperienza iniziale di assistente di lingua al St Monica’s College di Epping. Grazie a questa prima esperienza ho scoperto la passione per l’insegnamento della mia lingua e cultura in contesto scolastico, una passione che mi ha spinta a iniziare la lunga trafila di visti e sponsor e che mi ha vista anche trasferirmi a Echuca, al confine con il New South Wales, per quasi tre anni, dove ho lavorato come insegnante di italiano, mentre completavo i miei studi universitari per diventare insegnante”.

Questa decisione non solo ha aperto nuove opportunità professionali, ma ha anche contribuito a plasmare il suo percorso artistico. Sebbene le lingue straniere e l’insegnamento abbiano occupato gran parte della sua vita professionale, infatti, Giuseppina non ha mai dimenticato la sua passione per l’arte. 

“Da piccola ero molto creativa, ero brava in disegno a mano libera, mi piaceva colorare, usare gli acquerelli e il DAS, e creare cose come collanine con pezzi di pasta o conchiglie, fino a riprodurre con cartoncini Bristol giochi di società, come Indovina chi e il Monopoli”, ha spiegato Giuseppina, raccontando, poi, di aver preferito comunque dedicarsi all’apprendimento delle lingue, una scelta che non rimpiange e che le ha “assicurato una carriera”. 

Tuttavia, è stato solo negli ultimi anni che ha avuto il coraggio di riappropriarsi di questa parte di se stessa. Attraverso la pittura astratta, Giuseppina ha trovato una forma di meditazione ed espressione emotiva che ha trasformato la sua vita e la sua carriera. “Anche se per lunghi anni ho accantonato l’idea di dedicarmi all’arte, dentro di me non ho mai perso l’istinto creativo ma credo di averlo messo a tacere. È solo in tempi più recenti, poco più di due anni, che ho avuto il coraggio di riappropriarmi della mia creatività e in particolare della passione per la pittura astratta, per il suo carattere, a mio avviso liberatorio”.

Per Giuseppina, l’arte svolge un ruolo essenziale nella società, offrendo un’opportunità di esplorare e comprendere il mondo che ci circonda in modo nuovo e creativo. Gli artisti, secondo lei, sono coloro che hanno il coraggio di esprimere la propria visione unica del mondo e di ispirare gli altri con la loro creatività e sensibilità, perché “l’arte ha il potere di trasformare le nostre vite e di arricchire il nostro mondo interiore”.

Le opere di Giuseppina sono un riflesso della sua personalità vibrante e della sua intensa ricerca emotiva. Caratterizzate da colori vivaci, forme dinamiche e una texture materica, le sue creazioni trasmettono un senso di movimento e vitalità. Ogni dipinto è un viaggio introspettivo che invita gli spettatori a esplorare e connettersi con le proprie emozioni più profonde. 

“Direi che i miei quadri sono molto energici, ad alto impatto visivo e con un’intensa carica emotiva, questo perché sono dominati dall’uso di colori vividi, sono ricchi di forme e hanno una texture generalmente molto stratificata; dunque, la superfice risulta molto materica alla vista e al tatto. Quest’ultimo è un effetto visivo che raggiungo attraverso la sovrapposizione o la rimozione di molteplici strati di pittura con diversi strumenti, spatole soprattutto, ma non solo. Quando dipingo mi interessa fondere tutti gli elementi della composizione in maniera armonica, bilanciata con un ritmo visivo che dia una sensazione di movimento”.

Attualmente, l’artista è impegnata nella sperimentazione di creazione di dipinti dall’aspetto ancora più materico e corposo, dalla superficie più spessa e in rilievo, oltre che nell’utilizzo di colori pastello e più delicati. Matura, inoltre, l’intenzione di lavorare su tele di dimensioni superiori a un metro, e dare così vita a quadri che diventino il vero e proprio protagonista dell’ambiente che lo accoglie. 

“A rimanere costante, però, sono la musica di sottofondo quando dipingo, il carattere emotivo e intricato dei dipinti e il senso di liberazione e la felicità che provo nel creare le mie opere e condividerle con chi sceglie di farle proprie, sapendo che eleveranno il loro animo e l’ambiente prescelto dove esporle. Continuerò a sperimentare nuove tecniche e stili e a evolvermi, mantenendo comunque degli elementi riconoscibili che contraddistinguono la mia arte attuale”.

Dopo la mostra di gruppo alla NaNY Gallery di Warrandyte, dove è stato esposto Dreamy Sunset, un quadro che si distingue dalle altre opere per la componente rappresentativa evidente, Giuseppina ha in cantiere un’altra mostra alla Gallery Elysium che si terrà, probabilmente, tra il mese di aprile e quello di maggio. La sua opera preferita? Il trittico – A Symphony of Two Hearts – Triptych –, ispirato al tema dell’amore, “esprime l’unione solida di una coppia unita dall’amore incondizionato, malgrado le differenze e le idiosincrasie individuali”.