LONDRA - A volte bastano una reliquia e una preghiera per far sentire un pezzo d’Italia anche oltre la Manica. Le figure religiose italiane, infatti, continuano a rappresentare un punto di riferimento fondamentale per le nostre comunità nel mondo, catalizzando identità e senso di appartenenza. Londra, in questi giorni, ne ha dato una duplice testimonianza: la celebrazione in memoria di San Giovanni XXIII e il Festival di San Gennaro.

Il 12 ottobre, nella storica Chiesa Italiana di San Pietro in Clerkenwell, la comunità si è raccolta per la Messa in onore del “Papa Buono”, officiata da Padre Andrea Fulco con la partecipazione di Padre Giuseppe Di Caro. Tra i banchi, un pubblico attento e devoto: rappresentanti istituzionali e volti noti della comunità, tra cui Aldo Rivellini, presidente onorario dell’Ente Bergamaschi nel Mondo, Radames Bonaccorsi Ravelli, presidente dell’Ente Bergamaschi nel Mondo UK, la signora Luisa Bernaduzzi Azzano e il Cavaliere del Lavoro Carmine Supino. Tutti uniti nel rendere omaggio al Santo bergamasco, la cui reliquia è stata accolta con profonda emozione.

Al termine della Messa è stata organizzata una raccolta di offerte destinata ai bambini della Terra Santa, seguita da una preghiera collettiva, un modo per ribadire che la fede, quando è autentica, si traduce sempre in condivisione.

La reliquia di San Giovanni XXIII.

La giornata è poi proseguita in un’altra Londra italiana, quella colorata e festosa di Little Italy UK, dove Davide Magliuolo, presidente dell’associazione, ha accolto Bonaccorsi Ravelli per il Festival di San Gennaro. Due mondi apparentemente lontani – Bergamo e Napoli – che si sono incontrati nel cuore della capitale britannica, in un clima di collaborazione e calore comunitario.

Il Festival, giunto alla seconda edizione, rappresenta un momento di celebrazione che combina la dimensione religiosa, la cultura, la gastronomia e l’intrattenimento popolare. “Si tratta di un momento molto vivo, tra bancarelle, cibo e musica”, ha dichiarato il presidente dell’Ente Bergamaschi nel Mondo UK, commentando la sua partecipazione al Festival.

Il busto di San Gennaro saluta la comunità di Londra.

Ai microfoni de Il Globo, Magliuolo ha ripercorso la nascita dell’evento, ricordando come tutto sia cominciato quasi per caso, dopo la conversazione con un’amica, Maria Grazia Imperatrice, di ritorno da New York. “Mi ha parlato della festa di San Gennaro a Little Italy, di quell’atmosfera così viva e autentica, e mi disse che sarebbe stato bellissimo farla anche a Londra. Il giorno dopo avevo già iniziato a muovermi”.

Da quella scintilla è iniziato, dunque, un percorso fatto di telefonate, incontri e una lunga serie di passaggi burocratici, necessari per trasformare quell’entusiasmo iniziale in un evento reale, con il coinvolgimento della Chiesa italiana di Londra e persino l’approvazione ufficiale da Napoli.

Si respirava l’atmosfera festosa e chiassosa tipica dei Quartieri Spagnoli.

“Volevamo un simbolo tangibile – spiega Magliuolo - qualcosa che rappresentasse la presenza del santo anche qui”. Così è stato realizzato, da un artigiano napoletano, un busto di San Gennaro poi spedito nella capitale britannica e oggi custodito nella chiesa italiana di San Pietro, dove il parroco padre Andrea celebra la messa del 19 settembre, in coincidenza con il miracolo della liquefazione del sangue. La celebrazione è seguita da un pranzo di beneficenza, che unisce la dimensione religiosa a quella comunitaria, “perché San Gennaro è sì un santo, ma soprattutto un’occasione per ritrovarsi, per sentirsi parte di qualcosa”.

Nel corso dell’organizzazione Magliuolo ha coinvolto fin da subito anche il Comites, per la parte più istituzionale, e diversi partner privati, tra cui Vincenzo Ltd, azienda che ha creduto nel progetto in nome della promozione del Made in Italy. “L’obiettivo – riferisce – è sempre stato quello di dare vita a un evento che parlasse non solo di Napoli, ma dell’Italia intera, della nostra identità culturale e gastronomica. Certo, l’impronta napoletana è inevitabile: la pizza, la pizza fritta, la pizza a portafoglio, il babà, la sfogliatella, Pulcinella e le canzoni popolari; ma l’intento è più ampio, e vuole raccontare la nostra cultura in tutte le sue forme”.

‘Na tazzulella ‘e cafè... insieme a Pulcinella.

Il festival è cresciuto progressivamente, arricchendosi di una dimensione artistica e culturale sempre più definita. Quest’anno, grazie alla collaborazione con San Gennaro Pop di Napoli, sono state esposte fotografie del celebre Tesoro di San Gennaro, insieme a una selezione di cortometraggi e lungometraggi proiettati durante la manifestazione. “Questo approccio pop ha dato un valore nuovo al progetto, permettendo di raccontare San Gennaro anche attraverso linguaggi contemporanei, capaci di parlare a pubblici diversi”, osserva Magliuolo.

Presente anche chef Locatelli!

L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Comites, del Consolato Generale d’Italia, dell’Istituto Italiano di Cultura e dell’ENIT, un riconoscimento che conferma la solidità del percorso intrapreso. L’edizione di quest’anno, infatti, ha registrato un’affluenza senza precedenti, con visitatori provenienti da tutta l’Inghilterra.

“Sono arrivati da Brighton, da Nottingham, e persino il sindaco di Peterborough, Marco Cereste, con la famiglia”, racconta. “Abbiamo accolto il vice dell’Annunzio Apostolico, il sindaco di Camden, che si è messo a ballare con Pulcinella… È stata una festa travolgente, piena di entusiasmo e di sorprese”.

La musica che intrattiene e incanta.

La manifestazione si è finora tenuta in ottobre, ma l’intenzione è quella di spostarla a settembre, subito dopo la messa del 19, giorno del miracolo, e di estenderla progressivamente a cinque o sei giornate. “Vorremmo che diventasse una vera e propria settimana di festa, in cui Londra possa respirare la nostra cultura e le nostre tradizioni. Per ora dura due giorni, il sabato e la domenica, ma il progetto è ambizioso”.

Nel ricostruire la storia della devozione a San Gennaro in Inghilterra, Magliuolo ha scoperto che un precedente esisteva già: anni fa, il ristoratore Pasquale, del noto locale ‘Da Maria’ a Notting Hill, aveva organizzato una cena di beneficenza con la statua del santo e una lotteria. “Poi, per ragioni che non conosco, la cosa non è andata avanti. Noi abbiamo voluto riprendere quel filo, ma con una visione diversa: creare una festa popolare vera, un evento che unisse spiritualità, arte e intrattenimento”.

Davide Magliuolo, organizzatore del Festival di San Gennaro di Londra, ai microfoni di TG2.

A chiudere la chiacchierata è stata il presidente Bonaccorsi Ravelli, che ha sottolineato l’importanza della partecipazione dell’Ente Bergamaschi nel Mondo UK alla celebrazione: “Dobbiamo aiutarci a vicenda ed essere presenti in questi eventi particolari. Queste cose devono essere mantenute vive, devono essere ripetute, devono essere appoggiate e sopportate, perché questa è la nostra storia, cultura e tradizione”.