TEL AVIV - Come da previsioni della vigilia, al momento in cui andiamo in stampa l’esito delle elezioni in Israele appare, sulla base dei primi exit polls, ancora incerto con un testa a testa tra le due principali formazioni del Paese.
Le proiezioni infatti danno Blu e Bianco – il principale partito di centro guidato dall’ex generale Benny Gantz – a 33 seggi in Parlamento su 120, il Likud di Netanyahu a 32, e molto più indietro tutti gli altri partiti. Secondo i primi dati ha ottenuto un ottimo risultato il partito di destra Israel Beitenu di Avidgor Lieberman, formazione laica e nazionalista, che avrebbe ottenuto nove seggi: come anticipato da diversi osservatori, proprio Lieberman potrebbe diventare l’ago della bilancia nel prossimo Parlamento.
Nonostante i dati non sicuri, nella notte israeliana dopo la chiusura dei seggi Benny Gantz, leader di Blu e Bianco, il partito di centro che rappresenta la vera alternativa al Likud di Bibi Netanyahu, ha parlato ai suoi elettori con un tono decisamente ottimistico: “Il popolo di Israele - ha detto Gantz - ha votato per l’unità. Intendo guidare il nostro partito nella costruzione di un governo di ampia unità”.
Secondo il leader di Blu e Bianco sarebbero già iniziati i contatti con gli altri partiti per la costruzione di una coalizione di governo: “Intendo parlare con tutti”.
Gantz, inoltre, sempre facendo affidamento su proiezioni che già nel precedente turno elettorale di aprile si sono rivelate ben poco attendibili, ha affermato che Netanyahu sembrerebbe non esser riuscito nel suo intento di formare un governo di coalizione della destra e dei partiti religiosi e che, quindi, Blu e Bianco, invece, avrebbe realizzato la propria missione.
Anche il premier Netanyahu ha parlato in pubblico a Tel Aviv e, in attesa dei risultati, ha detto ai suoi sostenitori che Israele aveva bisogno di un “governo sionista”.
“Israele ha bisogno di un governo forte, stabile e sionista impegnato per Israele come stato nazionale per il popolo ebraico - ha detto Netanyahu -. Non può esserci un governo [in Israele] supportato da partiti arabi anti-sionisti che non credono in Israele come uno stato democratico ebraico. Nei prossimi giorni entreremo nei negoziati per istituire un governo sionista per prevenire la formazione di un pericoloso governo antisionista ”.
Il premier israeliano ha anche fatto un riferimento a Donald Trump, personaggio particolarmente popolare in Israele - forse ben più popolare di quanto non sia negli Stati Uniti, e al suo piano per la soluzione della questione palestinese.
“Il piano del presidente Trump sarà presentato presto”, ha detto Netanyahu. “I negoziati con gli americani daranno forma al futuro di Israele per le generazioni a venire”.