Kostas può risultare ruvido, è burbero, ma questo perché si porta dietro l’educazione paterna, non sopporta l’inadempienza delle persone con cui lavora, talvolta le tratta male, quando interroga i malviventi usa metodi bruschi, starci accanto non è facile. Ma è anche un uomo tenero, ama la sua famiglia”. Parola di Stefano Fresi, protagonista con Francesca Inaudi (nella foto) di una nuovissima fiction che ha come sfondo la Grecia, Kostas, prossimamente in onda su Rai Italia in quattro puntate attraverso la piattaforma televisiva Il Globo Tv. La serie è ambientata nell’Atene del 2009 dove Kostas Charitos (Fresi) è a capo della Sezione Omicidi della Polizia. Scomodo, ruvido, ma mosso da un profondo senso di giustizia, è il commissario creato da Petros Markaris, sceneggiatore e scrittore di fama internazionale grazie ai romanzi dedicati a questo personaggio d’altri tempi. Un uomo abitudinario, ostile alla tecnologia e con la passione per i vocabolari, dove cerca le risposte più difficili alle verità più nascoste, adora mangiare, soprattutto souvlaki. “Il mio personaggio rispetto ai romanzi è stato ringiovanito. Ho ammorbidito un po’ il carattere del protagonista. Kostas ha, dentro di sé, una serie di elementi differenti, che lo rendono in qualche modo fragile e tenero. Abbiamo lavorato con passione - aggiunge Fresi -, ci siamo innamorati tutti di Atene, che è anche una delle protagoniste della trama. Tenace, non si perde d’animo anche di fronte ai casi più difficili e porta avanti le indagini con umiltà e intuito investigativo”. Kostas è sposato con Adriana (Inaudi), con la quale forma una coppia di lunga data, molto unita nonostante le quotidiane schermaglie. Hanno un’unica figlia, Caterina, per la quale Kostas prova un amore totale, che lo porta a essere critico e impietoso con i suoi fidanzati. Nel passato familiare del commissario incombe la figura dispotica del padre, Stefanos, poliziotto all’epoca della dittatura dei Colonnelli. È stato definito un “Montalbano ateniese”: Non da me - chiarisce Fresi - non amo i confronti. Lascerei l’identità di Karitos a Karitos”. Spiega la regista Milena Cocozza: “La trama è tratta da tre romanzi di Markaris. Sono ambientati nella metà degli anni ‘90, mentre noi abbiamo svolto la storia nel 2009, alla vigilia della grande crisi economica della Grecia. Inoltre, abbiamo ringiovanito un po’ tutti i protagonisti. L’autore Markaris, che nella vita oltre a essere uno scrittore è anche uno sceneggiatore, ci ha lasciato grande libertà”. La Inaudi, che intrepreta la moglie di Fresi, rileva: “La sfida è stata quella di elevare il mio personaggio, ovvero Adriana, per farla diventare una protagonista e non solo la moglie del personaggio principale. La sua è una ricerca costante di un modo per sentirsi realizzata. Ama esprimere i propri sentimenti nella forma dell’accudimento”. Nella prima puntata viene affrontato il tema di un omicidio di una coppia di albanesi e al protagonista della serie viene chiesto se ci sono riferimenti al tema dell’immigrazione: “È una delle funzioni che deve avere la fiction: raccontare l’attualità e le problematiche del momento”, la risposta di Fresi.

Tra mistero e thriller, su Rai Italia attraverso Il Globo Tv è in arrivo un’altra serie, “Brennero”. Siamo a Bolzano, in Italia. Eppure chi arriva per la prima volta in città, è convinto di trovarsi in Germania. I cartelli per strada sono scritti in tedesco, alcune persone non ti capiscono se chiedi un’informazione. Tra mistero e thriller, la nuova serie, in quattro puntate, mette i due protagonisti, Elena Radonicich e Matteo Martari, appartenenti a due mondi differenti, alle prese con una pericolosa caccia a un serial killer. Una pm originaria di una facoltosa famiglia di lingua tedesca e un ispettore di lingua e cultura italiana con un passato difficile, sono costretti a lavorare insieme al caso di quello che viene definito il killer di Bolzano che ha ucciso sei persone di lingua tedesca, colpevoli (secondo lui) di aver trattato gli italiani come inferiori. Superando le reciproche diffidenze e facendo squadra, Eva Kofler e Paolo Costa daranno la caccia allo spietato assassino, tornato a colpire dopo anni, riaprendo le ferite e le tensioni culturali che hanno segnato per decenni la città altoatesina. Per Martari “interpretare personaggi così affascinanti è sempre molto interessante. Paolo ha una grande chiusura verso l’esterno, ma al tempo stesso ha una particolare forma di ironia e una grande sensibilità. Quando il mostro ricomincia ad uccidere, nella vita di Paolo compare Eva e tutto cambia, lei diventa la sua ancora di salvezza”. Radonicich: “Il mio personaggio è sconosciuta a sé stessa, non ha mai compreso le sue potenzialità e agisce per non deludere le aspettative delle persone che ha intorno, soprattutto del padre, quel Gerhard Kofler, che è stato il più illustre procuratore capo che la procura di Bolzano abbia mai avuto, vedovo e che in passato ha indagato sul serial killer. Ha un dolore da superare anche lei la morte di un’amica. Ad un certo punto ha l’occasione per autodeterminarsi. Ha un processo di crescita un po’ tardivo. Va contro suo padre quando sceglie di collaborare con Paolo”. “Questa serie non ha dei buoni e dei cattivi, i ruoli poi si ribaltano”.