CANBERRA - Nuovo segnale di forza del mercato del lavoro: a ottobre il tasso di disoccupazione è sceso al 4,3 per cento, contro il 4,5 per cento di settembre, superando ampiamente le previsioni degli economisti. Secondo i dati diffusi dall’Australian Bureau of Statistics (ABS), l’economia ha aggiunto circa 42mila posti di lavoro nel mese, mentre le persone in cerca di occupazione sono diminuite di 17mila. È un ritorno ai livelli osservati tra giugno e agosto, quando il mercato del lavoro viaggiava già vicino alla piena capacità.
Il responsabile delle statistiche sul lavoro dell’ABS, Sean Crick, ha spiegato che “il tasso di ottobre è in linea con i mesi centrali del 2025”, rafforzando l’idea che l’impennata di settembre fosse un’anomalia più che l’inizio di una fase discendente. Gli economisti avevano previsto un aumento degli occupati attorno alle 20mila unità e un tasso di disoccupazione in lieve calo al 4,4 per cento: entrambe le stime sono state superate.
Nel dettaglio, l’occupazione a tempo pieno è cresciuta di 55mila unità, mentre quella part-time è arretrata di 13mila. Il tasso di partecipazione è rimasto stabile al 67 per cento e il rapporto occupazione-popolazione si è mantenuto al 64 per cento. Anche l’indicatore di sotto-occupazione ha mostrato un miglioramento, scendendo al 5,7 per cento.
Eppure, nonostante il risultato robusto, il quadro generale non è privo di sfumature. Dall’inizio del 2025 si osserva una graduale attenuazione delle condizioni del mercato del lavoro, con segnali più miti nella domanda di personale. Tuttavia, diversi indicatori — come la bassa sotto-occupazione, l’elevata quota di imprese che faticano a trovare lavoratori e la crescita dei costi unitari del lavoro — suggeriscono che la domanda di manodopera resta elevata.
Il dato di ottobre perviene subito dopo l’inflazione più alta del previsto nel trimestre di settembre. Questo accresce la pressione sulla Reserve Bank (RBA), che a novembre aveva previsto un tasso di disoccupazione stabile al 4,4 per cento per i mesi a venire. Come osserva l’economista di BDO Anders Magnusson, il risultato “riflette una dinamica occupazionale solida”, coerente con le attese della Banca centrale.
La traiettoria dei prossimi mesi — tra mercato del lavoro ancora teso e inflazione persistente — sarà decisiva per capire se nel 2026 ci sarà spazio per nuovi tagli ai tassi d’interesse oppure se la RBA giudicherà le condizioni troppo rigide per offrire ulteriore sollievo ai mutuatari.