LONDRA - A chiusura di un’aspra battaglia legale con i tabloid britannici, il principe Harry ha raggiunto un accordo extragiudiziale, ottenendo scuse e denaro, per porre fine alla disputa con il proprietario del tabloid The Sun, che aveva citato in giudizio per intrusione illegale nella sua vita privata. 

“Un risarcimento sostanziale” sarà pagato a Harry, che ora vive isolato dalla famiglia reale, in California, con la moglie Meghan e i loro due figli.

L’avvocato del principe, David Sherborne, ha salutato una “vittoria monumentale”, dopo aver annunciato l’accordo con il News Group Newspapers (NGN) di Rupert Murdoch, proprietario del The Sun e dell’ormai defunto News of the World. Il gruppo “deve finalmente essere chiamato a rispondere delle sue azioni illegali e del suo palese disprezzo per la legge”, ha dichiarato l’avvocato. 

Questo accordo dell’ultimo minuto consente a Harry e alla NGN di evitare il processo, che originariamente sarebbe dovuto iniziare ieri e durare diverse settimane all’Alta Corte di Londra. Il principe, quarantenne, figlio minore di re Carlo III e Lady Diana, è impegnato in una battaglia legale contro la potente stampa scandalistica britannica.

Ha sempre ritenuto i paparazzi responsabili della morte di sua madre, avvenuta a Parigi nel 1997. 

Harry ha accusato le pubblicazioni di NGN di aver utilizzato metodi illegali, tra cui detective privati, per raccogliere informazioni per gli articoli scritti su di lui più di dieci anni fa. Secondo un comunicato diffuso dal gruppo, la NGN si è scusata “senza riserve” con Harry per “l’hacking telefonico, la sorveglianza e l’uso improprio di informazioni private da parte di giornalisti e investigatori privati” che hanno agito per il News of the World, che ha chiuso nel 2011. 

Per quanto riguarda il tabloid The Sun, il gruppo si è scusato per le “gravi intrusioni” del giornale tra il 1996 e il 2011 nella vita privata di Harry, “compresi gli episodi di attività illecita da parte di investigatori privati”. Il gruppo si è inoltre scusato con il principe per “l’impatto su di lui dell’ampia copertura e della grave intrusione (da parte dei media) nella sua vita privata e in quella di Diana, Principessa del Galles, la sua defunta madre, in particolare durante i suoi anni giovanili”. 

Oltre a Harry, anche un ex leader del Partito Laburista, Tom Watson, ora membro della Camera dei Lord, ha citato in giudizio la NGN e ha raggiunto un accordo finanziario con il gruppo. Oggi ha elogiato il “coraggio” del principe nel perseguire “i grandi felini nella giungla dei tabloid”. E ha aggiunto: “Siamo grati per il suo incrollabile sostegno e la sua determinazione sotto una pressione straordinaria”. 

A ottobre, il giudice Timothy Fancourt, responsabile del caso, ha paragonato il procedimento legale di Harry contro il gruppo di Rupert Murdoch a una battaglia “tra due eserciti ostinati ma ben equipaggiati”.

Nel 2023, il principe aveva già riportato un’importante vittoria contro la stampa scandalistica, ottenendo una condanna contro l’editore del Daily Mirror per articoli basati sull’hacking di messaggi telefonici. Ha testimoniato contro l’editore del Daily Mirror (MGN), diventando il primo membro della famiglia reale a testimoniare in un processo da oltre cento anni. 

Alla fine degli anni 2000, la stampa britannica è stata scossa dalla rivelazione di diversi scandali di intercettazioni illegali. Il gruppo di Rupert Murdoch si è scusato, riconoscendo pratiche illegali al News of the World, ma negando l’esistenza di pratiche simili al Sun. Smentì inoltre qualsiasi tentativo di insabbiare lo scandalo. 

Da allora, circa 1.300 denuncianti in vari casi hanno raggiunto accordi finanziari con il gruppo mediatico. Secondo i media britannici, quest’ultimo ha pagato circa un miliardo di sterline (1,18 miliardi di euro), evitando così qualsiasi azione legale fino ad ora. Il fratello maggiore di Harry ed erede al trono, il principe William, è tra coloro che hanno optato per tali accordi negli ultimi anni, così come l’attore Hugh Grant.